Tempo di lettura: 2min

Banche, l'incertezza post-Brexit pesa su di loro

7/15/2016 | Marcella Persola

A sostenerlo è Charles French, head of investment di Newton Investment Management (BNY Mellon) secondo il quale la Gran Bretagna può aspettarsi un periodo di ridotta crescita economica che...


“Incertezza, volatilità e nuove risposte fiscali e monetarie: saranno queste le principali conseguenze del referendum in Gran Bretagna" ne è convinto Charles French, head of investment di Newton Investment Management (BNY Mellon) secondo il quale la Gran Bretagna può aspettarsi un periodo di ridotta crescita economica che metterà sotto pressione il settore bancario. L’esito del referendum potrebbe spingere molti istituti a rilocalizzare risorse e operatività verso centri Europei quali Parigi o Francoforte.

"Lo scenario, che era già incerto e difficile per il settore bancario, lo diventerà ancor di più all’indomani del voto in favore del “Leave” e dell’incertezza che ne consegue. Tipicamente, le valutazioni azionarie dei titoli finanziari reagiscono in maniera negativa al deteriorarsi delle condizioni economiche o a eventi politici estremi. Subito dopo il referendum, le banche britanniche hanno registrato andamenti deboli in Borsa - e così quelle europee, soprattutto nei mercati periferici" scrive l'esperto nel suo outlook.

 

"La Gran Bretagna può aspettarsi un periodo di ridotta crescita economica durante la fase di transizione politica, in cui le società e i consumatori saranno sempre più prudenti. Questo lascia presagire uno scenario operativo difficile per il settore bancario britannico. La concentrazione e la polarizzazione del settore a Londra, centro finanziario dominante in Europa, si è andata affermando nell’arco di molti anni. Molte banche d’investimento hanno la maggior parte del proprio staff nella capitale inglese. Mi aspetto che questi business possano allontanarsi da Londra come conseguenza degli sviluppi politici, reindirizzandosi verso una Francia e una Germania più che disposte a sviluppare e potenziare i propri centri finanziari. I membri dell’Eurozona hanno tollerato la concentrazione di business verso Londra, ma quando l’uscita dall’UE sarà formalizzata, c’è da aspettarsi che aumentino le pressioni per una migrazione verso Francoforte o Parigi, ad esempio. Allo stesso modo, le banche possono giungere autonomamente alla conclusione che, con la Gran Bretagna fuori dall’Unione, sia necessario reindirizzare operazioni e risorse verso Paesi membri dell’UE" continua French.

 

Ma sarà solo il settore bancario a risentirne? "Per quanto concerne gli altri segmenti dei servizi finanziari, molto dipenderà dall’esito delle negoziazioni tra Gran Bretagna e UE, e se si arriverà ad applicare dei “passaporti” che permetteranno di mantenere l’accesso ai mercati europei. Al di là della futura uscita dell’Inghilterra dall’UE, gli investitori devono considerare anche altre sfide globali come il rallentamento della Cina o il tentativo del Giappone di liberarsi dalla deflazione. I mercati finanziari sono stati supportati dalle politiche monetarie aggressive delle autorità, che non si sono dimostrate efficaci, aumentando invece vulnerabilità specifiche su alcuni settori. Per gli investitori, questo rinforza la necessità di operare una selezione rigorosa di società in grado di prosperare in tutte le condizioni di mercato” conclude l'esperto .

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?