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Obbligazioni societarie? Più diversificate dell'equity

7/26/2016 | Redazione Advisor

"La percezione tradizionale del reddito fisso è troppo semplicistica. Il mercato obbligazionario è un segmento in grado di offrire ottime opportunità per gli investitori". Parola di Woolnough (M&G Investments).


"La percezione tradizionale del reddito fisso è troppo semplicistica. Il mercato obbligazionario societario non rappresenta unicamente un'asset class importante, ma anche un segmento in grado di offrire ottime opportunità per gli investitori, se idoneo alle loro circostanze di investimento personali". Ad affermarlo è Richard Woolnough, gestore obbligazionario di M&G Investments che nel suo ultimo outlook invita a considerare il mercato obbligazionario societario non come "un’alternativa assimilabile alla liquidità, relativamente piccola, poco diversificata e di qualità elevata", ma piuttosto come un "mercato ampio e variegato da un punto di vista di emittenti, settori, rating e scadenze. È comunque interessante osservare più attentamente in che modo quest’evoluzione sia paragonabile a quella del mercato azionario" spiega Woolnough.

 

 

"Da un punto di vista settoriale" continua il gestore, "l’universo azionario britannico era già discretamente ben diversificato, pertanto, in questo senso, il mercato obbligazionario societario stava meramente mettendosi in pari a quello azionario. Mentre i mercati obbligazionari offrono attualmente una gamma diversificata di opportunità di investimento, se approfondiamo ulteriormente e paragoniamo obbligazioni societarie e azioni a livello di singolo emittente, possiamo notare che per alcuni versi i mercati obbligazionari offrono una migliore diversificazione".

 

 

A riguardo il gestore di M&G Investments ricorda come nel 2002 i 10 maggiori emittenti sull’Indice BofA Merrill Lynch Sterling Corporate rappresentavano il 32% dell’universo di investimento, mentre oggi rappresentano appena il 20%. "Si tratta di un elemento vantaggioso da un punto di vista del rischio di concentrazione, specialmente se paragonato con l’Indice FTSE All-Share, dove le ponderazioni dei primi 10 emittenti sono scese solo dal 46% del 2002 al 32% nel 2016" spiega Woolnough. "Si tratta comunque di una proporzione significativa dell’indice, specialmente in quanto ci sono 636 emittenti nell’indice azionario, paragonato unicamente a 274 emittenti nell’indice obbligazionario corporate. Dato il dominio di un numero limitato di azioni e settori in un tipico indice di mercato azionario, è importante che gli investitori tornino regolarmente a bilanciare i loro investimenti azionari. In caso contrario, potrebbe esserci una concentrazione di titoli non intenzionale e correlazioni elevate con altre asset class".

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