Tempo di lettura: 3min

Gestore della settimana: "Perché la Cina conterà sempre di più anche in Borsa"

8/8/2016

AdvisorOnline.it ha intervistato Mike Shiao, gestore di Invesco Greater China Equity Fund


Passato un anno dallo scoppio della bolla delle Borse cinesi, dopo un rally stellare nella prima parte del 2015 (qualcuno l’ha paragonato al crollo del Dow Jones nel 1929), i gestori tornano a riflettere sul futuro dei mercati azionari cinesi che sono destinati a rivestire un ruolo sempre più importante all’interno degli indici asiatici e globali. L’MSCI lo scorso giugno ha deciso di rimandare di un anno l’ingresso delle A share cinesi nel 2017 nei suoi indici, ma non esclude delle novità anche prima del mese di giugno del prossimo anno. Pechino, secondo il provider, deve ancora lavorare molto nelle operazioni di liberalizzazione del suo mercato. "L'inclusione delle A shares negli indici MSCI è positiva sul lungo termine perché oggi non rispecchiano quello che è il reale peso dell'economia cinese a livello globale tanto che in futuro la Cina arriverà a pesare per oltre la metà dell'indice sui mercati emergenti (oggi pesa per il 39% dell'indice MSCi Emerging market, ndr)" spiega ad AdvisorOnline.it Mike Shiao, gestore di Invesco Greater China Equity Fund.

Su quali titoli investire nel frattempo? "Credo che sia meglio non utilizzare le azioni domestiche cinesi che sono legate alle condizioni economiche della Cina. Chi investe in Cina può utilizzare differenti titoli: A shares, negoziate a Shanghai e Shenzhen, che hanno visto la scorsa estate e a gennaio violenti aggiustamenti. Il mercato domestico è dominato dagli investitori retail e questo causa una forte voalitlità. Se guardiamo invece alle H shares, negoziate a Hong Kong, i movimenti negli ultimi 12 mesi non sono stati cos drammatici" prosegue il gestore. 

Per il gestore, nonostante il mercato delle A shares sia più discipliato, gli scossoni visti in passato potranno ripetersi, perché "la presenza di investitori non professionali li rende tende ad accentuare le fasi rialziste dominate dall’euforia, e ribassiste, in cui assistiamo a ondate di vendite". Per questo motivo, per Shiao conviene ancora orientarsi sulle H shares, un mercato in cui invece predominano gli investitori istituzionali internazionali che garantiscono una maggiore stabilità.

Un’altra riflessione, per i gestori, va fatta anche sui settori. "Se consideriamo il benchmark come MSCI China, il 45% include banche, materiali industriali, energetici e telecom. Ma sono settori che tendiamo a evitare perché sono dominate da aziende controllate dallo Stato e privilegiamo società a controllo privato, in particolare nel settore dei consumi. Il paese sta ristrutturando la sua economia che ora presenta un mix che prevede un maggior peso dei consumi interni. Ecco perché, per cavalcare la crescita nei prossimi anni bisogna puntare " prosegue il gestore.

Parlando delle banche cinesi, il team di Invesco prevede un deterioramento del settore e un deciso aumento dei NPL in pancia agli istituti, ma non si aspetta un collasso immediato degli istituti che sono in grado di assorbire perdite dopo la riforma bacnaria del 2006 che ha permesso alle banche di ripulire i bilanci. Considerando il portafoglio del fondo, i principali sovrappesi rispetto all'indice di riferimeno sono infatti nel consumer discretionary, consumer staples, IT e telecom, mentre la posizione su finanziari, materie prime e energetici è stata quasi azzerata.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?