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Gestore della settimana: “Paesi emergenti? Vi spiego come dribblare il protezionismo”

11/21/2016

AdvisorOnline.it ha intervistato Emil Wolter, gestore del Comgest Growth Emerging Market


I primi a subire l'effetto Trump e il suo (annunciato) ritorno al protezionismo saranno i Paesi emergenti che proprio dalla globalizzazione hanno tratto i massimi benefici. "È presto però per dire cosa farà e che effetto potrà essere anche perché Trump entrerà in carica a fine gennaio e le cose dette fino a ora sono contrastranti. Tutti, ovviamente, si aspettano dalle sue politiche un focus sull'economia domestica e sulle infrastrutture. In generale, il protezionismo non è una cosa buona cosa per le economie emergenti, ma non vedo in futuro un effetto dirompente come abbiamo visto nel 2013 perché c'è stato solo un modesto incremento nei flussi in entrata verso questa asset class da inizio anno, non come quelli visti nel biennio precedente al tapering della Fed, senza contare che due dei cosiddetti fragile 5, India e Brasile, non hanno bisogno di investimenti esterni per spingere le proprie economie" spiega ad AdvisorOnline.it Emil Wolter, gestore del Comgest Growth Emerging Market, professionista approdato nella boutique francese nel 2012. Worth sottolinea che il fondo è gestito da stock picker e che l'allocazione non tiene conto di view macro.

E quindi cosa prevede la selezione del team di Comgest? "Ci piacciono le compagnie assicurative asiatiche: a differenza di quelle occidentali, che soffrono a causa dei bassi tassi di interesse, sono società con un modello di business e un'offerta polizze con una struttura semplice (il gestore cita China Life, ndr) che possono contare su una classe media in crescita e che in Cina conta oltre 300.000 persone. Un'altra nostra preferenza è quella verso i beni di consumo, in particolare entertainment e lusso, IT e e-commerce. Evitiamo le materie prime, le banche, le compagnie aeree, mentre puntiamo sui servizi industriali, considerando la forte domanda in Cina e in altre importanti economie emergenti" prosegue Wolter.

Parlando dell'allocazione del fondo, il gestore spiega che il portafoglio è concentrato (40-50 titoli) e che le prime dieci posizioni pesano sul 40% del totale: quattro sono gruppi cinesi (China Mobile, NetEase, China Life e Kweichow Moutai), due sono indiane, le altre dal Sud Africa e Brasile. La maggiore esposizione è invece alla Taiwan Semiconductor Manufacturing (IT), una delle più grandi fabbriche di semiconduttori al mondo.

Comgest è un'investitore di lungo termine e in media un titolo rimane in portafoglio per 5 anni e mezzo prima di essere venduto. "Crediamo che i mercati emergenti continueranno a essere la parte più dinamica dell'economia globale. Dopo cinque-sei anni negativi, ora il ciclo sembra essersi stabilizzato e crediamo che la crescita degli utili nei paesi emergenti continuerà nei prossimi anni a essere superiore rispetto a quella delle Borse dei paesi sviluppati" conclude Wolter.

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