Il sentiment dei mercati azionari globali è sempre più diviso, con il mercato rialzista ormai in una fase matura. Negli Stati Uniti, gli utili societari dello S&P 500 dovrebbero rimbalzare nel 2017 e 2018, riflettendo un forte miglioramento dei prezzi energetici, ma la selezione dei titoli sarà sempre più importante. Sono questi i punti salienti dell’outlook per il 2017 di T. Rowe Price, asset manager fondato nel 1937 a Baltimora (USA), quotato sul NASDAQ dal 1986 e con un patrimonio in gestione pari a 812,9 miliardi di dollari, che ha presentato a New York nei giorni scorsi oò Global Market Outlook.

"Nel secondo semestre del 2016 la crescita globale ha registrato un miglioramento, con il progressivo venir meno dell’impatto del crollo dei prezzi delle materie prime. L’espansione economica degli Stati Uniti ha ancora strada da fare e il rischio di recessione di breve termine è basso. Ci aspettiamo un leggero miglioramento del quadro economico globale nel 2017, supportato dal rimbalzo della crescita negli Stati Uniti, in Canada, in Brasile e in Russia, ma i venti contrari legati alla riduzione della leva finanziaria e alle operazioni di ristrutturazione persistono" spiega Alan Levenson, chief U.S. economist. 

"Con la maturazione del mercato rialzista, le notizie top-down macro economiche e politiche, incluse le prospettive della Cina, le preoccupazioni per l’Europa e la volatilità dei prezzi energetici e delle materie prime, dominano i mercati azionari globali come mai prima d’ora. Per gli investitori pazienti e con un approccio di lungo termine, questa incertezza tipicamente offre opportunità di acquisto. Restiamo costruttivi sull’azionario globale, ma i ritorni di mercato probabilmente saranno più contenuti" aggiunge Chris Alderson, head of International Equity, secondo cui la selezione dei titoli, sia per i mercati sviluppati che per gli emergenti, sarà ancora più importante per generare ritorni positivi.

Quanto all'azionario USA, T.Rowe Price non ritiene che il contesto di tassi di interesse in graduale aumento dei prossimi 12-18 mesi sarà un ostacolo per l’azionario. "Sui listini americani, settori difensivi a bassa volatilità, come quello delle utility, delle telecomunicazioni e beni di consumo primari hanno sovraperformato, ma questo trend potrebbe cambiare con l’inizio dell’anno nuovo. Il settore IT e quello healthcare mostrano le valutazioni più allettanti” sottolinea Larry Puglia, portfolio manager, U.S. Large Cap Core Growth Equity Strategy.

Nei mercati del reddito fisso, una stretta di politica monetaria, leggera ma percepibile, negli Stati Uniti, e un fermo ancoraggio dei rendimenti obbligazionari in Giappone e nei paesi europei core, fanno emergere opportunità significative di sfruttare i movimenti degli spread tra i diversi mercati. I fondamentali macro economici sovrani nei mercati emergenti sono gradualmente migliorati, grazie a riforme politiche significative nei principali Paesi, a bilanci più solidi, partite correnti in salute e a un rafforzamento delle prospettive di crescita. 

"In tutto il mondo, la pazienza nei confronti delle politiche monetarie accomodanti si sta assottigliando, poiché la crescita economica resta bassa. Gli investitori mettono in dubbio l’equilibro tra politica monetaria e fiscale, e quanto un maggiore affidamento alla seconda possa pesare sulle opportunità nel comparto obbligazionario. Allo stesso tempo, il rimbalzo dei prezzi del petrolio sta portando a un cambiamento dei tassi di inflazione sinora modesti e sta ponendo una sfida alle valutazioni degli strumenti del reddito fisso” conclude Quentin Fitzsimmons, co-portfolio Manager, Global Aggregate Bond Strategy.