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Fed rialza i tassi dopo 12 mesi. L'effetto sui mercati

12/15/2016

A spingere Janet Yellen a premere sull’acceleratore sembra esser stato il piano di stimolo fiscale previsto da Trump


La Fed, come previsto, ha alzato i tassi di 25 punti base per la seconda volta dopo il primo aumento avvenuto un anno fa raggiungendo lo 0,75%. Ha sorpreso, invece, la revisione al rialzo delle sue aspettative per il 2017 prevedendo fino a tre aumenti rispetto ai due previsti alla fine di settembre. A spingere Janet Yellen (nella foto) a premere sull’acceleratore sembra esser stato il piano di stimolo fiscale previsto da Trump e i segnali di crescenti pressioni sui prezzi e delle aspettative di inflazione, supportati anche dalla recente decisione dell’Opec di ridurre la produzione di petrolio.

La sorpresa, secondo molti esperti, è che, nonostante la debole crescita degli ultimi semestri, i membri del Fomc (l’organismo interno alla Fed che decide sui tassi) hanno visto un miglioramento delle condizioni economiche e sono più ottimisti sulle previsioni di inflazione e di crescita. "Mentre il mercato, e ora anche la Fed, sembra credere che il piano di Trump fornirà un impulso significativo alla crescita dell’economia per il prossimo anno, un giudizio definitivo non può ancora essere espresso. Per ora il piano fiscale di Trump consiste in tagli delle imposte sui redditi più elevati e in una riduzione netta della spesa, seppur con ampie agevolazioni fiscali per gli investitori privati al fine di incentivarli ad investire nel settore delle infrastrutture" spiega Lee Ferridge di State Street



I membri del comitato monetario prevedono poi quasi tre aumenti nel 2017 e altri 3 nel 2018. "La Fed dovrà tuttavia dimostrare equilibrio l’anno prossimo. Il rialzo dei tassi lunghi americani e quello del dollaro hanno degradato le condizioni finanziarie negli Stati Uniti e potrebbero impattare per più dello 0,3% sulla crescita nel 2017" ricorda Nicolas Forest, global head of fixed income di Candriam Investors Group. E quando sarà il prossimo rialzo? “Con il 35% delle probabilità, il prossimo rialzo dei Fed Fund Future dovrebbe verificarsi a marzo, in quanto febbraio è troppo vicino. Al momento, tre rialzi nel 2017 sembrano appropriati, anche se il consensus del mercato è per due rialzi. A meno che non ci siano sorprese dal lato dell’inflazione, quattro rialzi, o almeno uno per ogni meeting del FOMC, sono improbabili considerato che la Fed il più delle volte ha scelto di essere moderata quando ne aveva la possibilità” dice Dave Lafferty, chief economist di Natixis Global Asset Management.

Trump resta la grande incognita, ricorda Luke Bartholomew, investment manager di Aberdeen AM: "La Fed al momento non si pronuncia sull’impatto che avranno le sue politiche, anche perché nemmeno la Fed, così come noi, sa quali saranno. Se ci sarà un grande stimolo fiscale questo, quasi certamente, creerà pressione inflazionistica che la Fed dovrà contrastare alzando i tassi ma siamo molto lontani dall’aver chiara l’entità dello stimolo ed i suoi effetti. La Fed è all’oscuro proprio come noi".


LA REAZIONE DEI MERCATI E L'EFFETTO SULLE ASSET CLASS
Come hanno reagito i mercati alla mossa della Fed? La reazione sembra dare maggior enfasi alla revisione delle aspettative di rialzo dei tassi nel 2017, spiega David Page, US Economist di AXA IM ricordando che le massicce vendite dei Treasuries USA hanno alzato il rendimento a 10 anni di 15 punti base al 2,59%, il loro livello più alto da metà 2014. “L’indice del dollaro USA ha toccato il livello più alto dal 2003, mentre le valute dei mercati emergenti sono sprofondate al ribasso. L’S&P 500 ha ritracciato dai recenti rialzi dopo la notizia, per chiudere in ribasso dello 0,8% mercoledì” dice. "I mercati finora hanno interpretato le ultime dichiarazioni della Banca centrale Usa come più falco del previsto” spiega Mitul Patel, esperto multi-asset di Henderson Global Investors.

"Sull’obbligazionario, i rendimenti dei Treasury sono cresciuti, spinti al rialzo dai rendimenti dei titoli con scadenze più brevi, segnalando il fatto che esiste un certo margine per incrementare ulteriormente il costo del denaro superando le attese”. Il mercato azionario, fanno notare gli esperti, ha subito una serie di pressioni: "È infatti probabile che un inasprimento della politica monetaria faccia venir meno l'ottimismo emerso a seguito del miglioramento delle prospettive di crescita" prosegue Patel secondo cui, sul valutario, "il dollaro americano si è apprezzato, ma gli investitori dovrebbero rimanere attenti all'impatto potenzialmente negativo di una moneta più forte".

Guardando alle prossime settimane, Stefan Kreuzkamp, chief investment officer di Deutsche Asset Management, prevede che il rally del dollaro probabilmente si prenderà una pausa. “Entro 12 mesi, tuttavia, continuiamo a credere che il dollaro raggiungerà la parità con l'euro. Lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato tedeschi e quelli americani ha raggiunto livelli visti l'ultima volta nel 1989. Il rialzo dei tassi da parte della Fed di ieri, così come i due ulteriori aumenti che ci aspettiamo per il 2017 probabilmente aumenteranno ulteriormente lo spread” conclude. 

 

 

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