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Obbligazioni high yield: cosa ci aspetta nel 2017

2/15/2017

Per Craig Ellinger di UBS AM sarà un anno in cui i fondamentali del credito diventeranno un driver più importante sui mercati


Con una drastica inversione di marcia rispetto all’anno precedente, il 2016 si è chiuso su una nota positiva per il mercato delle obbligazioni high yield che ha registrato rendimenti totali particolarmente soddisfacenti, con l’hig yield USA ha sovraperformato il segmento azionario. “Nel complesso il 2016 è stato un anno in cui ha dominato il risk on e hanno sovraperformato i settori con rating più basso e le industrie con beta più alto. Il mercato ha assistito a un elevato livello di volatilità fino a metà febbraio, cui ha fatto poi seguito un rally generale” spiega Craig Ellinger (nella foto), global head of high yield di UBS Asset Management.

"Agli inizi del 2016 - prosegue - i timori riguardanti la crescita in Cina, il crollo del prezzo del greggio e la salute di alcune banche europee hanno comportato una volatilità estrema sul mercato dell’high yield. I settori energia e bancario hanno dominato rispettivamente sui mercati dell’high yield statunitense ed europeo. Di conseguenza, la volatilità ha raggiunto livelli che non si osservavano dalla crisi del debito sovrano del 2011 in Grecia”. Cosa ci attende, invece, nel 2017? “La maggior parte delle previsioni economiche a livello mondiale in questo inizio d’anno e le previsioni di default ancora nettamente inferiori alla media di lungo periodo ci inducono a ritenere che il segmento high yield sia valutato correttamente. Ci aspettiamo che i rendimenti per il 2017 siano trainati soprattutto da cedole e carry, anziché dall’apprezzamento dei capitali, considerando gli spread attualmente bassi” sottolinea Ellinger. Il 2017 sarà un anno in cui i fondamentali del credito diventeranno un driver più importante sui mercati e in Europa l’esperto ritiene che nuovi investitori entreranno sul mercato e ciò, in concomitanza a emissioni di titoli relativamente contenute, può rappresentare un fattore di supporto. 

Negli USA, dopo le elezioni, bisogna tenere d’occhio la Fed che si appresta a intraprendere un rialzo forse più rapido dei tassi d’interesse. “Nonostante l’outlook preveda un processo più rapido di rialzo dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, riteniamo che il segmento dell’High Yield statunitense possa ancora generare rendimenti ragionevoli grazie al cuscino rappresentato dagli spread. Per i clienti interessati dal rischio da tassi d’interesse, l’high yield con duration breve offre un’esposizione al mercato dell’alto rendimento con una duration inferiore degli spread e dei tassi, fornendo un’ulteriore protezione in un contesto di rialzo dei tassi. La strategia high yield short duration è inoltre caratterizzata da un’allocazione più conservativa sul credito” conclude.

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