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La Brexit? Purtroppo non sarà "soft"

6/29/2017 | Redazione Advisor

L'ipotesi di una soluzione drastica rimane dominante con inevitabili conseguenze sull'andamento degli utili delle aziende anglosassoni.


Una "soft Brexit" o, addirittura, un dietrofront avrebbe un impatto positivo sulla crescita del Regno Unito, soprattutto tenuto conto dell'atteggiamento meno tollerante verso l'inflazione della Bank of England. Al contrario, una Brexit con "l'acqua alla gola" presenta importanti rischi macro, "tra cui una minaccia per i consumatori già messi alla prova, con un probabile aumento dei rendimenti dei Gilt, per effetto dei deflussi da parte degli investitori esteri". Ma secondo le previsioni di Maya Bhandari, gestore di portafoglio Multi-asset di Columbia Threadneedle Investments, al momento è contemplata una "Brexit piuttosto drastica, in cui l'immigrazione resta una tematica chiave e l'accesso al mercato unico non è più possibile o è gravemente limitato" si legge in un recente report nel quale si delinea uno scenario più prudente per quanto riguarda l'equity UK.

 

"Stiamo diventando più prudenti sulle azioni britanniche esposte al mercato nazionale, poiché le attuali difficoltà sono diventate più evidenti in seguito all'esito delle elezioni" spiega Maya Bhandari. "Queste società devono fare i conti con l'ulteriore indebolimento della spesa per consumi, sulla scia dell'acuirsi delle incertezze e dell'effetto erosivo dell'inflazione sui redditi reali; senza contare il crollo dei saggi di risparmio, che ha spinto l'equilibrio finanziario delle famiglie in deficit per la prima volta dal 2008. Le grandi società globali potrebbero inoltre risultare vulnerabili alla debolezza dell'economia statunitense, soprattutto quelle con valutazioni elevate. Nel frattempo, è possibile che l'impulso una tantum per le società che generano utili su scala internazionale derivante dall'indebolimento della valuta si sia esaurito".

 

Nonostante queste difficoltà, però, le previsioni di Columbia Threadneedle Investments parlano di una crescita degli utili societari per azione pari al 20% quest'anno, con un successivo ridimensionamento al 7% nel 2018. "Queste previsioni sono supportate dal fatto che il sottopeso degli investitori sulle azioni britanniche è in prossimità dei minimi pre-Brexit, le operazioni di fusione e acquisizione in chiave opportunistica evidenziano una ripresa e le valutazioni (a 15 volte gli utili del 2017) appaiono interessanti, specialmente rispetto agli USA. Infine, le azioni britanniche continuano a offrire un soddisfacente rendimento da dividendo del 4,1% (che scende al 3,7% se si escludono le materie prime). In sintesi, al momento gli utili societari sono alquanto sottovalutati" conclude Bhandari.

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