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Crowl (Carmignac): "Investimenti? Meglio lasciar perdere gli USA"

9/12/2017

Piuttosto puntate sui Paesi Emergenti e sull'Eurozona, dove il rafforzamento dell'euro non è un problema. Reddito fisso: long sul Btp e short sul Bund


Comprate in tutto il mondo, ma non negli Stati Uniti d'America. È questa, in breve, la view sui mercati di Sandra Crowl (nella foto), australiana e membro del comitato investimenti di Carmignac, che ha incontrato la stampa finanziaria a Milano. Crowl ha una visione negativa sulla principale economia del mondo per una serie di motivi, a partire dall’amministrazione Trump definita “un autentico casino” perché sta spingendo il paese verso un isolazionismo controproducente: Donald ha alienato i suoi principali partner commerciali e, secondo l’esperta, non sembra in grado di portare a termine alcuna delle grandi promesse fatte in campagna elettorale, come il taglio delle tasse.

Crowl ha definito l’esuberanza degli investitori negli ultimi 8 mesi come “razionale” e del tutto giustificata dalla liquidità eccezionale sui mercati, da una ripresa globale sincronizzata, ai profitti delle società ancora su buoni livelli e su una correlazione positiva dei mercati. Ma la festa sta per finire, soprattutto Oltreoceano, dove Carmignac vede un'economia vicina alla fine del ciclo in cui la Fed potrebbe avere le mani più legate da qui in avanti di quanto non si potesse credere fino a qualche mese fa. Crowl stima altri due rialzi (oggi il costo del denaro è all’1,25%), il prossimo probabilmente a fine dicembre, “ma solo per potersi dotare di munizioni sufficienti per affrontare una nuova fase di debolezza dell'economia”.

Meglio, quindi, guardare su altri lidi. A partire dall’Eurozona, che potrà beneficiare di una politica accomodante fino al 2019, mentre il tapering dovrebbe partire nel 2018 con una riduzione degli acquisti dagli attuali 60 miliardi al mese a 40 – 20 miliardi di euro. Il recente rafforzamento dell’euro, secondo l’esperta, non è un problema: da inizio anno l'incremento è stato del 6% rispetto a un basket di valute, mentre verso il biglietto verde è in una situazione neutra, considerando che il valore medio della divisa comune rispetto al rispetto al dollaro dalla sua introduzione nel 1999 ad oggi è a 1,22 e oggi la parità è fissata a 1,19. "Inoltre, gli Usa non sono il principale partner commerciale dell’Eurozona, che è invece la Cina" ricorda Crowl.

L'euro, inoltre, è supportato da un trend favorevole in termini di crescita e di volontà politica di rafforzare l'Unione Europea, grazie all’asse Macron-Merkel, e dalla volontà di Trump di mantenere il dollaro debole. “Dopo le elezioni tedesche, si potranno fare passi avanti su vari fronti, dal completamento dell'unione monetaria all'uso dell'Esm per l'emissione di euro-safe bonds" ha aggiunto Crowl. Quanto al reddito fisso, nell’Eurozona Carmignac è long sui Btp, per i quali spazi di ulteriore miglioramento grazie a un miglioramento dell'economia e a una riduzione del rischio politico, mentre è short sul Bund decennale: “Una posizione coraggiosa” ma giustificata dall’attuale livello dei tassi, con “il livello dell'overnight fuori da ogni logica” (-0,40%). Le ripercussioni si vedono soprattutto sul decennale tedesco, ha aggiunto Crowl: da inizio anno ha navigato fra lo 0,20 e lo 0,50 “ben al di sotto del fair value che dovrebbe essere molto più vicino al 2%".

A queste condizioni, quanto la Bce avvierà il tapering, il rendimento del Bund tornerà a salire per arrivare entro 12 mesi all'1%. "Non saremo ancora ai livelli di fair value - ha detto Crowl - perché un aggiustamento troppo repentino avrebbe pesanti ripercussioni sul mercato del debito ma sarà inevitabile un recupero in termini di rendimento per il bund tedesco". Il dollaro debole favorisce anche i paesi emergenti, sia i produttori di materie prime sia i trasformatori, che nel corso degli ultimi anni hanno ridotto il loro indebitamento in dollari e migliorato i fondamentali. In particolare, le preferenze di Carmignac vanno all’Argentina e al debito in valuta locale di Russia e Brasile. Sul fronte delle materie prime, Crowl è positiva sull’oro e in particolare sulle azioni delle società aurifere.

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