L’auto è stata il simbolo del boom economico, del consumismo e dell’individualismo. Ma il settore dei trasporti sta vivendo un passaggio epocale e la mancanza di spazio disponibile nelle città sta portando a un cambio di paradigma. Chi investe sul lungo termine non deve trascurare questi trend: occorre guardare con attenzione la transizione in atto nella mobilità delle persone, soprattutto, i millennials, i nati tra il 1980 e il 2000, che oggi hanno tra i 15 e 35 anni, anche perché sono la più grande generazione della storia con più di 2 miliardi di persone pari al 33% della popolazione mondiale. Si è cimentata in questo esercizio Decalia Asset Management, raffinata casa di investimento ginevrina creata tre anni fa da Alfredo Piacentini (ex numero uno di Banca Syz) assieme a Isabella Pedrazzini (ex Lombard Odier), Yves Rochat e Xavier Guillon (altri due manager ex Syz), Gabriel Gumener (ex Atlas Capital) e Sébastien Demole (dal mondo dei family office) e Rodolfo Debenedetti.

“Il modello del passato, che propugnava una o più auto per nucleo familiare, non è più sostenibile sia in Occidente e nelle economie emergenti. Consumatori e legislatori, inoltre, sono preoccupati del cambiamento climatico e mettono sotto pressione i produttori di auto per la riduzione di emissioni” spiega Jurgen Mahler, responsabile per l’Italia di Decalia AM, che ha organizzato a Milano nei giorni scorsi un incontro con gli investitori, che ha visto la partecipazione di Edoardo Rovida, docente presso il dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano e componente della commissione mobilità dell’Automobile Club Milano. Che la situazione sia insostenibile, lo si capisce dall'Italia: oggi nella Penisola si contano 62 auto ogni 100 persone. È il paese con il parco macchine più affollato nell’Unione europea a causa delle scarse infrastrutture del trasporto pubblico e dell’urbanizzazione. Ma nel futuro non sarà più così.



E soprattutto per l’effetto millennials, che sono uno dei più importanti catalizzatori per i futuri trend di mobilità. “Non hanno nessuna fretta di guidare: rispetto alle generazioni precedenti, il 45% in meno ha la patente di guida, mentre il calo negli acquisti di auto è pari al 50% nei nati dopo il 1980. Oltre a questo, bisogna considerare anche l’alta inefficienza del settore dei trasporti: negli USA si contano in un anno 8 miliardi di ore perse nel traffico, mentre il 31% dei terreni è destinato a parcheggi e il 30% del traffico è dovuto alla ricerca di posti” aggiunge Clément Maclou, gestore del fondo azionario tematico DECALIA Millennials. "Se il modello passato vedeva la maggioranza della auto possedute ai privati, con una minima parte di taxi e di auto a noleggio, oggi siamo 50/50, grazie al contributo del ride sharing e del car sharing" prosegue il gestore.

E il futuro? I possessori di auto saranno meno della metà del parco auto circolante, mentre si affermerà un modello piattaforma-centrico di condivisione delle auto e accessibile tramite il web e le app sul proprio smartphone, che ingloba i servizi di car sharing, ride sharing, car pooling e mobilità integrata. I fattori dirompenti che porteranno a questa transazione, secondo Maclou, sono quattro: la diffusione di veicoli elettrici, la guida autonoma, il consumo collaborativo (il 35% dei millenials è disposto a condividere l’automobile) e l'internet delle auto.



Dal punto di vista economico, industria automotive, tech e dei servizi connessi al tema della mobilità del futuro rappresentano un mercato potenziale di 3.800 miliardi di dollari entro il 2025. In questo universo, DECALIA ha individuato oltre 15 titoli azionari da mettere in portafoglio, tra cui Google, Valeo, Renesas, Autoliv, Infineon, Intel, TE Connectivity, Delphi, Nidec, Magna, Tesla, Mobileye, Qualcomm e Autoliv. Una selezione che già premia gli investitori nel breve termine: dalla fine del 2014 il portafoglio iper concentrato sul tema della mobilità del futuro di DECALIA ha registrato una performance del 79% rispetto al 26% dell’MSCI World.