L’ottimismo è diffuso e gli investitori guardano con più fiducia al mercato e questo è un dato. Lo è anche la percentuale di nuovi rischi che stanno alla porta in attesa di crinare il quadro generale.

La crescita riguarda tutti i paesi a livello mondiale, nel terzo trimestre il PIL globale ha fatto registrare un +3,75% e promette di toccare quota 4%.

L’Italia non è da meno e mette a segno 13 trimestri consecutivi di crescita, risultato che mancava dal 1980.

 

Secondo François-Xavier Chauchat – capo cconomista e membro del comitato di investimento di Dorval AM, la crescita pone davanti ai gestori del risparmio nuovi interrogativi e sfide da dover gestire. Crescono le attese, in attesa delle prossime mosse delle banche centrali che saranno le vere protagoniste del 2018 con l’avvio di una normalizzazione monetaria. Amenta l'attesa quindi ma anche le aspettative e la possibilità che queste vengano in qualche modo deluse.

 

Il primo rischio è rappresentato dai tassi di interesse: verranno anche loro normalizzali alla stregua della crescita e dell’inflazione? In molti al momento, prosegue Chauchat, sottovalutano il possibile rialzo dei tassi negli Stati Uniti.

La Cina dal canto suo punterà sulle riforme interne mettendo da parte la crescita, che potrebbe subire una battuta d'arresto.

I banchieri centrali temono che l’economia rallenti prima che l’inflazione abbia raggiunto livelli normalizzati. Qualora l’inflazione non crescesse il prossimo anno, come invece è opinione comune, il nuovo inquilino della Fed, Powell, dovrà considerare uno stop al rialzo dei tassi.

La prudenza ad ogni buon conto, sarà la parola d’ordine anche per la Bce che vede lontano l’obiettivo 2% dell’inflazione.

Altro rischio è rappresentano dall’asimmetria del rischio: i mercati azionari proiettano grandi attese e, in un contesto positivo, le cattive notizie pesano più delle buone.

 

Tracciati questi contorni, il consiglio per gli investimenti 2018 di Dorval AM è la diversificazione tematica: da una parte verso le società che godono della positività dei paesi emergenti, dall’altra quelle che giovano della ripresa mondiale grazie ad attività legate alle materie prime. Questo porta con sè anche una maggiore propensione alla flessibilità. Altro importante fattore sarà quello della digitalizzazione dell’economia.