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Candriam: 2018 dinamico nonostante alcune incognite

12/5/2017 | Greta Bisello

Un anno che ha sorpreso quello che si sta per concludere dal punto di vista della crescita globale, per il prossimo gli esperti del Gruppo si dicono possibilisti su ulteriori buoni risultati


Nel 2018 l'economia promette di continuare a migliorare e Candriam nella sua lettura per il prossimo anno la definisce dinamica.

La crescita a livello globale accelera e si avvicina alla quota 3,6% (il livello più alto degli ultimi 6 anni). L’FMI rivede a rialzo le sue stime. Marciano nella giusta direzione i Paesi esportatori di materie prime, l’area euro e i Paesi emergenti asiatici. 

L’economia globale è più stabile e la volatilità della crescita del Pil si è drasticamente ridotta.

 

 

STATI UNITI

La crescita americana si attesterà attorno al 2% ossia al livello medio dal 2010.

Gli investimenti alle imprese sono aumentati e il tasso di cambio del dollaro si è stabilizzato insieme a una forte domanda globale dovrebbero sostenere le esportazioni.

L’economia si avvicina alla piena occupazione e dovrebbe far registrare una ripresa  anche il fronte salariale migliorando la condizione generale delle famiglie.

Una delle incognite rimane la riforma fiscale: "Qualunque sia il risultato finale, sebbene una riduzione dell'imposta sulle società sembri ormai certa; è tuttavia improbabile che possa innescare una ripresa delle spese per capitale", osserva Anton Brender, chief economist di Candriam. Intanto la Fed si avvia verso il suo percorso di normalizzazione.

 

AREA EURO

Il miglioramento registrato nell’area euro è stato caratterizzato sia dalla domanda interna che dal commercio esterno.

Si sono ripresi gli investimenti nel settore immobiliare dopo il periodo di crisi. Il mercato del lavoro ha sostenuto la fiducia delle famiglie portandola ai massimi dagli anni 2000 e la spesa dei consumatori è tornata a livelli pre-crisi. "È probabile pertanto che l'attività economica continui a crescere ad un tasso superiore al 2% l'anno prossimo", ha dichiarato Florence Pisani, global head of economic research di Candriam. Con questo scenario la Bce si accinge a ridurre nel 2018 il QE.

 

CINA

La Cina invece dal canto suo deve affrontare il delicato nodo dell’indebitamento. La rapida crescita del debito dopo la crisi finanziaria rappresenta una minaccia per la stabilità del Paese. “Il forte aumento del debito è l’altra faccia della medaglia di importanti risparmi interni" aggiunge Anton Brender.

Il governo cinese ha imposto un freno alla crescita del credito alle imprese e sta tentando di ridimensionare l’aumento dei prestiti alle famiglie.

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