Tempo di lettura: 2min

NN IP, 2018: crescita forte, inflazione moderata

1/4/2018 | Greta Bisello

La forbice tra crescita e inflazione non accenna a restringersi nonostante i provvedimenti delle banche centrali, un nodo che riguarderà anche il 2018


La differenza che intercorre tra economia reale e nominale è un rompicapo che interesserà anche il 2018.

Le banche centrali, quella europea e americana si trovano a dover fronteggiare un’inflazione ben al di sotto delle stime.

Mario Draghi, durante la sua ultima conferenza del 2017 non ha indicato alcun cambiamento negli strumenti di politica monetaria, ma un aggiornamento sulle previsioni di crescita dell’anno appena iniziato in rialzo di 0,5 punti percentuali al 2,3% e di uno 0,2 punti fino ad arrivare all’1,9% nel 2019.  La crescita dei prossimi anni quindi è superiore al potenziale motivo per cui la BCE prevede un calo delle stime relative al tasso di disoccupazione al ,8% nel 2019 e al 7,3% nel 2020.

 

 

Alla luce di ciò, Willem Verhagen, senior economist di NN Investment Partners stima che la situazione delle due banche centrali sia simile, dato che entrambe ammettono implicitamente il rischio di un calo delle aspettative inflazionistiche.  

Ma se da una parte la Fed sta già attuando questo piano, per la BCE si tratta solo di un’intenzione e resta da capire se tale rimarrà. L’attesa è quella di una minore enfasi sul QE e un’attenzione maggiore sui tassi. Nel caso in cui l’inflazione non aumenti, il rischio è quello di un prolungamento degli acquisti su scala ridotta fino al 2019.

 

Forte crescita e inflazione soft riguarderà le tre più importanti banche centrali del mondo, per questo l’obiettivo comune è quello di surriscaldare l’economia nonostante non siano poche le differenze tra gli istituti.

La BoJ è molto aperta sulla sua intenzione di surriscaldare l’economia e rendere possibile un aumento dell'inflazione persistente purché moderato.

La Fed ha permesso che questo surriscaldamento avvenisse senza richiamare esplicitamente l'attenzione su di esso e le sue previsioni non includono un superamento dei target d'inflazione. Per quanto riguarda la BCE, si tratta ancora di un'intenzione, perché l'economia è ancora molto debole. Inoltre, è chiaro che molti membri del Consiglio direttivo della BCE considerano l'obiettivo di inflazione come una soglia massima piuttosto che un obiettivo. A nostro avviso, ciò riduce ulteriormente la credibilità del raggiungimento di tassi d'inflazione in media "inferiori ma prossimi al 2%" nel lungo periodo.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?