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T. Rowe Price, Asia ex-Japan: 5 ragioni per puntare sull'azionario

3/9/2018 | Greta Bisello

Le valutazioni azionarie in questa area sono ancora attraenti rispetto al resto dei principali mercati azionari globali, nonostante abbiano aggiornato i massimi nell’ultimo anno


L’area dell’Asia ex-Japan è stata tra i maggiori beneficiari della continua crescita globale, come riflesso anche dall’andamento dei mercati azionari nel 2017, dove la regione ha sovraperformato tutti gli altri principali mercati azionari globali e dove questa tendenza dovrebbe proseguire quest’anno. Secondo Ahn Lu, porfolio manager, asian ex-Japan Equity Strategy, T. Rowe Price le valutazioni azionarie sono ancora attraenti rispetto al resto dei principali mercati azionari globali, nonostante abbiano aggiornato i massimi nell’ultimo anno.

Per questo anno secondo l'esperto saranno 5 i temi chiave che saranno particolarmente influenti per i mercati asiatici azionari ex-Japan.

 

La prima riguarda le riforme previste in Cina dal Presidente Xi, i principali obiettivi includono ridurre l’elevato livello di indebitamento corporate e implementare le riforme sul lato dell’offerta. Ad esempio, sul fronte delle società di proprietà statale (SOE) sono stati chiusi i produttori inefficienti, sono state incentivate le operazioni di M&A e alcune società poco produttive sono state fatte fallire, piuttosto che alimentare ulteriormente il debito.

Sono stati fatti passi avanti anche in termini di riforme sul lato dell’offerta per rimuovere la capacità in eccesso delle SOE inefficienti e non profittevoli. È interessante sottolineare che il Presidente Xi non ha stabilito un target per il Pil, in quanto è più focalizzato sull’assicurare una solidità e una stabilità di lungo termine per l’economia del Paese, piuttosto che sul raggiungimento di un obiettivo numerico.

 

I consumatori asiatici continuano a rappresentare un forte tema di investimento. La popolazione è in continua crescita, con quasi la metà della popolazione mondiale situata in Cina ed India. Il benessere sta aumentando, così come l’indebitamento delle famiglie, specialmente in Cina. Ciò non implica solamente una maggiore penetrazione in uno spettro sempre più ampio di beni e servizi, ma anche un cambiamento nei trend di consumo.

 

E poi c'è il tema del progresso tecnologico che secondo Ahn Lu prosguirà per molti anni. Un tempo il focus era su computer tradizionali, tablet e cellulari, mentre ora la nuova frontiera della tecnologia avanzata include aree come l’automazione, la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale. Nei nostri portafogli asiatici, puntiamo a catturare l’innovazione in vari modi. L’internet delle cose, ad esempio, è un tema di investimento chiave, in quanto miriamo a cogliere la rapida crescita nella connettività tra network che include elettronica, software, sensori, attuatori e altra componentistica necessaria per incrementare la connettività di device, apparecchiature, automobili e altro.

 

Un’altra tematica centrale per l’Asia nel 2018 sarà l’impatto potenziale dell’aumento dei tassi negli Stati Uniti. Storicamente, l’inasprimento monetario è stato negativo per le economie asiatiche. Oggi, però, lo scenario in Asia è molto diverso. I tassi di interesse reali sono su livelli relativamente elevati rispetto a quelli statunitensi, i deficit delle partite correnti di molti Paesi sono in surplus e le valute sono generalmente stabili e offrono un cuscinetto solido contro il rialzo dei tassi. Di conseguenza, a differenza che in passato, le Banche Centrali asiatiche non dovranno necessariamente rispondere a loro volta con dei rialzi dei tassi che potrebbero minare la crescita. Tuttavia, se negli Stati Uniti i tassi saliranno più del previsto o a un ritmo più veloce di quello prezzato dal mercato, allora le economie asiatiche andranno sotto pressione. Il nostro scenario base, però, prevede una normalizzazione contenuta e graduale e in questo tipo di scenario le economie e i mercati dell’Asia verranno impattati solo minimamente.

 

Non solo Cina quando parliamo di Asia. Bisogna anche dare la giusta rilevanza all'India. Il Primo Ministro Narendra Modi, ha già raggiunto diversi dei suoi obiettivi principali, incluso lo schema di demonetizzazione volto a ridurre la corruzione e l’introduzione di una tassa onnicomprensiva per beni e servizi. Il Governo ha anche intrapreso una ricapitalizzazione da $32 miliardi delle grandi banche di proprietà statale, molte delle quali sono appesantite da prestiti corporate non performanti. 

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