GAM: il protezionismo USA e la fiducia del mercato

Il quadro macroeconomico non batte più il consenso e l'inflazione torna a bussare alla porta americana
23/03/2018 | Redazione Advisor

Il consigliere economico di Trump, Gary Cohn, si è dimesso a inizio mese tra i possibili sostituti Peter Navarro, non molto apprezzato dai mercati. Gli investitori guardano con sospetto alla possibilità di un passaggio degli Stati Uniti a una logica protezionistica.

 

Il quadro macroeconomico, se pur continui a far bene, non batte più il consenso. La crescita globale continua a rimanere costante anche per quest'anno. I prezzi azionari più alti rendono più difficile una sorpresa in positivo degli utili. Segnali di crescita dell’inflazione negli Stati Uniti, infine, hanno sollevato dubbi sugli sviluppi della politica monetaria.

 

Per quanto riguarda il protezionismo, secondo l'analisi di Larry Hatheway, capo economista di GAM, una nuova preoccupazione deriva dallo studio di una possibile violazione dei diritti sulla proprietà intellettuale in Cina, che è atteso per agosto. In base al risultato il presidente potrebbe fare appello alla sezione 301 dello US Trade Act, con potenziali implicazioni significative per i rapporti commerciali USA-Cina. 

 

Oltre al protezionismo, si guarda al mercato del lavoro USA con la creazione nel mese di febbraio di 313 mila nuovi posti di lavoro, battendo le attese che erano per 222 mila, la paga media oraria è aumentata dello 0,1%, e cioè di 4 cent l’ora, salendo così a 26,75 dollari.  

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