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Mercati emergenti: il bollettino dello stato di salute

4/13/2018 | Greta Bisello

Alcuni elementi a livello macro e fondamentale lascerebbero presuppore l'inizio di un periodo negativo per gli emergenti ma potrebbe non essere così


Le aspettative per i prossimi movimenti dei tassi di interesse Fed e il commercio mondiale, che potrebbe aver toccato il suo apice lo scorso anno e la diffidenza sugli indici IT circa le attuali tensioni generate dallo scandalo privacy di Facebook disegnano un quadro tutt'altro che positivo per gli emergenti.

Se si tengono in considerazione questi elementi si è propensi a credere che l'azionario e obbligazionario emergente siano vittime di sell-off, ma così non è.

 

Secondo l'analisi di Maarten-Jan Bakkum, senior emerging markets strategist di NN Investment Partners i mercari sviluppati sono stati superati dagli emergenti poiché la domanda interna degli emergenti al di fuori della Cina e le condizioni finanziarie ancora facilitanti in queste economie, che fanno ben sperare per la sostenibilità della ripresa della crescita della domanda interna per i prossimi trimestri e anni. In altre parole, mentre i segnali di ripresa della crescita dei consumi e degli investimenti nella maggior parte dei paesi al di fuori della Cina sono in aumento, stiamo assistendo a flussi di capitale verso gli emergenti abbastanza forti da sostenere la crescita del credito. Di conseguenza, la crescita del credito emergente al netto della Cina è tornata a due cifre per la prima volta in tre anni.

Bakkum inoltre ritiene che la ripresa del credito emergente sia sostenibile, nonostante la graduale uscita dalla politica monetaria ultra espansiva dei mercati sviluppati e la probabilità che si vada incontro a un aumento della pressione sul carry trade fra paesi emergenti e sviluppati. 

 

Secondo Daniel Tubbs, head of global emerging market equities di Mirabaud AM, gli emergenti assumeranno un ruolo di leadership a livello mondiale grazie a fondamentali costantemente solidi. A livello macro, inoltre, per quanto riguarda i pericoli di una guerra commerciale, non bisogna farsi prendere dal panico. Come già visto in passato, Trump tende in un primo momento a fare annunci politici aggressivi che poi vengono gradualmente smorzati o ritrattati. Ad esempio, ha inizialmente applicato tariffe doganali su tutte le importazioni di acciaio e alluminio negli USA. Poi nei giorni successivi ha esonerato Canada, Messico e più recentemente l’Ue.

 

L’azionario emergente, lo scorso anno, ha riportato una performance robusta e presenta un ulteriore margine di crescita. Al di là dell’accelerazione ininterrotta della crescita economica registrata dai Paesi emergenti rispetto al mondo sviluppato, crediamo esistano tre ragioni principali per cui i mercati emergenti continueranno a performare: la diminuzione del premio al rischio politico, gli investitori posizionati underweight sull'azionario emergente globale e valutazioni attraenti, le azioni continuano a scambiare con uno sconto del 20-30% rispetto alle azioni globali e statunitensi, con tassi di crescita EPS attesi più elevati.

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