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J.P. Morgan AM: approccio disciplinato per il lungo termine

4/17/2018 | Greta Bisello

Dall'incontro con Maria Paola Toschi, market strategist del gruppo, emergono alcuni spunti interessanti tra cui la distinzione dei fattori disturbanti per il breve periodo e altri di più ampio raggio


Si chiude un primo trimestre rivelatosi difficile, si apre il secondo con alcune valutazioni da fare e ci viene in aiuto la Guida ai Mercati di J.P. Morgan redatta dal team global market insights strategy. Una guida agnostica che prende in considerazioni il consensus e non le stime del gruppo. 

 

Come spiega Maria Paola Toschi (nella foto), market strategist, la volatilità è riemersa a febbraio ma l'anomalia è da considerarsi lo scenario vissuto nel 2017. È necessario distinguere, per comprendere il contesto, i fattori di breve da quelli di lungo periodo. 

La Toschi definisce come fattori disturbanti, i recenti attacchi congiunti alla Siria o le tensioni generate dal botta e risposta tra Trump e Xi in tema di dazi commerciali. Tra questi, uno ci riguarda da vicino ed è quello legato alle anomalie italiane derivanti dall'attuale stallo politico; il mercato sembra aver già scontato questo scenario anche se, prosegue l'esperta, la portata reale è ancora da chiarire. 

 

J.P. Morgan continua a preferire  gli Stati Uniti e i mercati emergenti, definendo complessa la situazione nell'Eurozona. I primi infatti stanno godendo dei benefici derivanti dallo stimolo fiscale promosso dal Presidente Trump e i risultati sono visibili in termini di utili societari e così sarà per i prossimi 2-3 anni, anche se ovviamente risulta un propulsore artificiale del quale bisognerà monitorare la portata. I secondi invece, gli emergenti, meno soggetti e vittime del dollaro, risultano ancora molto interessanti, Cina compresa; il Paese ha infatti delle potenzialità ancora enormi da sfruttare in futuro partendo dal presupposto di un'economia interna che continua a cambiare.

 

A livello valutario, l'euro rimane ancora strutturalmente più forte rispetto al dollaro che potrebbe subire un'ulteriore svalutazione.

 

Parlarno di tecnologia la Toschi non si dice preoccupata, nonostante gli scandali che hanno investito soprattutto l'impero di Zuckerberg, l'approccio rimane quello legato ai fondamentali preferendo società che hanno utilizzato le nuove opportunità per implementare il proprio business.

In senso generale il monito rimane quello alla diversificazione del portafoglio e a un approccio meno emotivo e più bilanciato per affrontare le fasi fisiologiche di volatilità, con un possibile ritorno all'inflazione e il rialzo dei tassi da parte delle banche centrali (tre previsti per quest'anno da parte della Fed, il primo già attuato a marzo). 

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