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BMO: Usa in testa alla crescita globale

5/21/2018 | Greta Bisello

Inflazione, volatilità, tassi, elementi da monitorare ma che non devono destare preoccupazione, almeno fin quando i fondamentali resteranno positivi, ecco perché


Tassi d'interesse, inflazione in salita niente paura per i fondamentali che rimangono solidi anche nella seconda metà del 2018.

Secondo le analisi dei team EMEA Multi Asset di BMO Global Asset Management infatti l’aumento della volatilità ha interessato, almeno per il momento, solo il mercato azionario.

È importante considerare il contesto in cui si sono sviluppati i recenti movimenti, e possiamo usare l’Europa come esempio. Il 2017 è stato per l’Europa un anno di sorprese positive dal punto di vista economico ma nel corso del 2018 questa tendenza si è invertita. Questo non rappresenta un ostacolo significativo in termini di crescita effettiva o prospettive di espansione ma è dovuto piuttosto al fatto che le aspettative fossero diventate troppo ottimistiche in precedenza.

 

L'economia statunitense invece continua a mantenere un buon andamento e le stime di crescita sono state riviste al rialzo. Sembra che gli USA abbiano riconquistato, almeno per il momento, il loro ruolo di leader mondiale della crescita.

Nonostante, proseguono gli esperti di BMO, rimangano alcune problematiche specifiche degli Stati Uniti, tra cui le preoccupazioni normative relative al settore tecnologico e le tensioni commerciali. A queste si aggiunge la prospettiva di un aumento dei tassi di interesse, che insieme hanno frenato i rendimenti dei titoli azionari statunitensi. Alcuni, dalla mentalità più ribassista, suggeriscono che si stia cominciando a vedere la fine del ciclo. Tuttavia, il loro pessimismo sia al momento fuori luogo. I fondamentali appaiono solidi e non si vedono segnali di allarme che indichino un deterioramento imminente e significativo della crescita.

La curva dei rendimenti USA si è leggermente appiattita, ma non abbiamo assistito a un'inversione di tendenza, che spesso precede cali consistenti. Dal punto di vista delle valutazioni, la debolezza del primo trimestre ha fatto sì che i prezzi delle azioni statunitensi (sui quali si sono concentrate le più recenti preoccupazioni in materia di valutazioni) siano scambiati intorno alla media dei multipli degli ultimi 30 anni. I mercati azionari non sono certamente a buon mercato ma, con i fondamentali ancora favorevoli e nonostante l'aumento dei tassi, vi sono ancora margini per ulteriori progressi.

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