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Robeco: l'engagement in 5 mosse

5/23/2018

Alimentazione, clima, sicurezza digitale ma non solo, ecco le priorità per comprendere e intercettare le migliori opportunità nel prossimo futuro


Dialogo attivo, la base decisionale per capire la vera natura delle società. Ogni anno, analizza Carola van Lamoen, head of active ownership, Robeco si confronta con circa 200 aziende, affrontando questioni finanziarie rilevanti identificate insieme agli investitori e riuscendo così ad influenzare il comportamento delle imprese. L’attività di voto interessa circa 5.000 assemblee generali degli azionisti.

La selzione avviene per temi investimento in maniera strutturata, combinando gli input dei gestori e degli analisti con quelli dei team di ricerca dedicati all’investimento sostenibile e con gli spunti provenienti dagli specialisti dell’engagement che fanno parte del team.

Van Lamoen chiede ai clienti quali sono i temi che considerano più rilevanti e, combinando il tutto, si ottiene un set di temi rilevanti. Si cerca inoltre, dove possibile, di allineare i temi di engagement con gli obbiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, o SDG) delle Nazioni Unite.

 

Attraverso questo processo sono stati individuati cinque temi. La politica per il cambiamento climatico intende ridurre l’esposizione al rischio climatico, e si opera in questo senso in diversi modi. Robeco è parte di un gruppo globale di 225 investitori che hanno unito le forze per aprire un dialogo con i primi 100 produttori di CO2 a livello mondiale, il Climate Action 100+, con il quale siamo in prima linea nell’attività di engagement con alcune di queste società. 

 

Ci si concentra in particolare sulla transizione a un modello di business circolare, tale da non produrre rifiuti. Nel processo di produzione di energia solare i rifiuti tossici sono ancora un problema. Il ciclo di vita dei pannelli solari è al momento lineare: una volta conclusosi vengono smaltiti, non riciclati. Anzi, non sono mai stati progettati per essere riciclati. Non sono biodegradabili, quindi non c’è modo di decomporli. Se le società avessero un approccio più adeguato per la gestione dell’ultima fase del ciclo di vita, implementato già nella fase di produzione iniziale, questo problema potrebbe essere mitigato. Questo obiettivo è in linea con i target SDG in materia di consumo e produzione.

 

La sicurezza digitale. Sempre più informazioni vengono immagazzinate in diverse parti del mondo tramite il cloud computing e i social media – il 90% dei dati presenti al momento a livello mondiale sono stati creati negli ultimi due anni. Allo stesso tempo sono cresciuti gli attachi che puntano a rubare questi dati tramite attività di cracking. Il livello di sicurezza necessario per proteggersi sta crescendo, ma le competenze dei cracker e gli incentivi a impossessarsi illegalmente di informazioni preziose crescono più rapidamente delle capacità delle società di rispondere a queste minacce. Per questo tipo di engagement ci concentreremo sui settori dell’IT e dei consumi. Le società del retail operano sempre di più online, mentre la minaccia relativa alla sicureza per le banche è evidente. Non c’è un denominatore comune in senso stretto, ma molti dei suggerimenti raccolti sia dai clienti che dai team di investimento sono relativi a miglioramenti a livello di governance nei mercati emergenti, dove il potenziale è particolarmente consistente.

 

Non c’è un denominatore comune in senso stretto, ma molti dei suggerimenti raccolti sia dai clienti che dai team di investimento sono relativi a miglioramenti a livello di governance nei mercati emergenti, dove il potenziale è particolarmente consistente. Ci sono differenze significative nella qualità della corporate governance tra mercati sviluppati ed emergenti, tra cui strutture necessarie per migliorare la disclosure, i diritti degli azionisti e altre tematiche affini. 

 

Anche la sicurezza alimentare fa tutt’ora parte delle priorità di Robeco: sono stati fatti grandi progressi ma, come per il cambiamento climatico, rimane un tema fondamentale a livello globale. Il clima è un fattore negativo per i contadini delle nazioni emergenti a causa di siccità e inondazioni, oltre all’urbanizzazione dei paesi a basso reddito. La popolazione mondiale, che dovrebbe crescere fino a 10 miliardi entro il 2050, è ovviamente un driver fondamentale per la domanda di generi alimentari. Ci sono quindi ampi margini di miglioramento. 

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