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Oddo BHF AM: ancora Europa nonostante le tensioni

6/21/2018 | Greta Bisello

Gli esperti, che si rivolgono alla stampa specializzata internazionale e agli investitori, continuano a consigliare il Vecchio Continente agli Stati Uniti che potrebbero riservare non poche sorprese da qui a novembre


La stabilità è già di per sé una buona notizia, anche nel caso della crescita economica.

Dopo un 2017 straordinario a livello globale con una crescita diffusa e sostenuta, l'inizio di questo anno ha visto il cambiamento di molti elementi che hanno concorso a creare un ambiente meno favorevole in termini di sentiment dovuto anche al ritorno della volatilità, nonostante ciò i fondamentali continuano a sorridere.

 

In questo scenario, Bruno Cavalier, group chief economist di Oddo BHF AM, in occasione del Global Investors Days a Parigi, rintraccia tre elementi principali di rischio: il costo del petrolio, il protezionismo e la dirompenza del populismo.

Sul primo tema, spiega Cavalier, c'è molta incertezza dovuta al rialzo repentino degli ultimi mesi del prezzo al barile di circa 20-30 dollari, tanto da essere definito un vero e proprio "shock". Questo dato ha subito delle pressioni da elementi geopolitici quali ad esempio l'Iran il Venezuela.

 

Il secondo elemento, rintracciato nel protezionismo, potrebbe direttamente prendere il nome di "Trumpismo" dal suo artefice. Come ricorda l'esperto di Oddo, le roboanti dichiarazioni in campagna elettorale o nella prima fase del mandato del Presidente americano, forse erano da prendere alla lettera visti i risvolti in fatto di dazi commerciali. Degli ultimi giorni infatti nuove sanzioni contro la rivale cinese. Questo clima di incertezza diffusa torna a far preferire l'Europa agli Stati Uniti a causa dell'instabilità e insicurezza generate proprio dal Presidente che si avvia al primo banco di prova a novembre.

In questo caso, ribadisce Cavalier, neppure le banche centrali avranno un ruolo negativo, non saranno ne più aggressive o restrittive. Ad esempio la Fed sta intraprendendo un percorso di normalizzazione che finirà al termine del 2018.

 

Infine, l'Europa in questi mesi, ha portato alla ribalta la piaga del populismo, placata in Francia con la vittoria di Macron, celebrata in Italia con la vittoria del governo M5S-Lega e ancor prima con l'affermazione di Brexit nel Regno Unito.

L'immigrazione, il terrorismo hanno reso il terreno più fertile per far sì che queste istanze si diffondessero a macchia d'olio; basti pensare che la delicata questione dei flussi migratori viene indicata come primo elemento disturbante per la tenuta dell'unione europea in paesi come Germania, Francia, Regno Unito e Italia. 

 

 

 

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