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Puntare sulle banche italiane: sì, ma in chiave tattica

6/29/2018

Per chi mira a beneficiare del miglioramento del sentiment nei confronti dell’Italia, assumere un’esposizione long sull’indice FTSE MIB Banks potrebbe essere un’operazione remunerativa


Dopo la solida performance registrata tra gennaio e aprile, a maggio i titoli bancari italiani hanno perso bruscamente terreno a fronte del livello di rischio molto più elevato per l’Italia scontato dagli investitori. L’indice FTSE MIB Banks ha ceduto oltre il 19% nel mese in esame, più del doppio rispetto al calo evidenziato dal più ampio indice MSCI Italy nello stesso periodo. Nei primi cinque mesi del 2018 quest’ultimo ha registrato un modesto rendimento positivo, mentre il FTSE MIB Banks è arretrato di oltre il 7%.

 

Christopher Gannatti, head of research, WisdomTree Europe sottolinea che adesso che l’Italia ha un nuovo governo, un’importante fonte di rischio è svanita. Dato che il sentiment nei confronti dell’Italia tende a trovare ampio riflesso nell’andamento dell’indice FTSE MIB Banks, il prossimo movimento per quest’indice potrebbe essere al rialzo.

Con la performance delle prime due settimane di giugno ormai alle spalle, questo trend sembra infatti trovare conferma nell’Indice FTSE MIB Banks che ha performato il 5,72%, rispetto all’Indice MSCI Italy al 2,72% e l’Indice MSCI EMU al 3,18%.

In merito ai rischi, due i parametri principali che continuiamo ad analizzare in relazione al settore bancario italiano. Il primo è il differenziale di rendimento (spread) tra i BTP italiani e i Bund tedeschi. Con riferimento ai titoli decennali, nel 2013 il rendimento del debito italiano era superiore del 3% a quello del debito tedesco. Ci sono voluti circa cinque anni – sino alla fine di maggio 2018 – prima che lo spread tornasse su tali livelli.

 

Tuttavia, prosegue l'esperto, in seguito all’annuncio della formazione di un nuovo governo, lo spread è diminuito di 70 punti base, dal 3,0% al 2,3%, suggerendo una riduzione del rischio.

L’altro parametro di rischio che teniamo in considerazione è lo spread dei Credit Default Swap (CDS) sulle banche italiane, relativo agli ultimi cinque anni. Come si può notare, gli spread a maggio si sono ampliati, senza tuttavia avvicinarsi ai livelli osservati nel giugno 20131, indice che i livelli di rischio sono nettamente inferiori a quelli di cinque anni fa.

Naturalmente nessun investimento è privo di rischi, quindi è essenziale trovare un compromesso tra rischio e rendimento. Vale la pena notare che l’indice FTSE MIB Banks presenta attualmente un P/E aggregato di 9,6x, con un rapporto prezzo/valore contabile (P/BV) di 0,7x, come si osserva nel Grafico 2. Si tratta di multipli di valutazione estremamente bassi, indicativi del fatto che gran parte del rischio è stato già scontato in questo segmento del mercato.

 

Alla luce di ciò, si crede che le banche italiane rappresentino attualmente un’opportunità d’investimento interessante. Per chi mira a beneficiare del miglioramento del sentiment nei confronti dell’Italia, assumere un’esposizione long sull’indice FTSE MIB Banks potrebbe essere un’operazione remunerativa in chiave tattica.

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