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NN IP: prospettive ancora solide ma aumentano i rischi

6/29/2018 | Greta Bisello

Arrivati al giro di boa dei primi sei mesi dell'anno si cerca di fare un bilancio su cosa è successo e quello che ancora attende i mercati a livello globale, non solo guerra dei dazi


“La questione cruciale per i mercati di oggi è quanto durerà l'attuale periodo di consolidamento economico. Gli indicatori a medio termine sono positivi: la spesa per consumi è in ripresa, la spesa in conto capitale è sostenuta dagli utili e dalla fiducia, mentre i tradizionali fattori di ostacolo non danno segnali negativi - l'inflazione salariale è moderata, i livelli di investimento delle imprese non sono eccessivi e il loro effetto leva è generalmente molto inferiore a quello del 2008”, ha commentato Valentijn van Nieuwenhuijzen, chief investment officer di NN Investment Partners. “Le questioni chiave nei prossimi sei mesi saranno incentrate sulla politica commerciale degli Stati Uniti e sul rischio che una schermaglia sui dazi si trasformi in una vera e propria guerra commerciale. C’è poi la politica dell'Eurozona in cui la posizione del governo italiano in materia di bilancio e riforme sarà cruciale rispetto al resto della regione”.

 

L’universo azionario è sostenuto da una serie di dinamiche fondamentali e comportamentali positive. La crescita degli utili a livello mondiale è solida sia per questo anno che per il prossimo, anche se il ritmo di crescita in termini assoluti dovrebbe moderarsi nel 2019. Inoltre, il nostro indicatore del ciclo globale, che rileva un'ampia gamma di importanti indicatori, è tornato a crescere. Infine, il premio di rischio azionario rimane interessante. Dal punto di vista comportamentale si evidenzia il rafforzamento della dinamica dei prezzi e il posizionamento prudente. Quest'ultimo si spiega con l'elevata incertezza che regna in materia di politica commerciale e (geo)politica in generale. All'interno dell’azionario, NN IP mantiene un equilibrio tra i settori in ritardo sul ciclo e quelli difensivi. A livello regionale si preferisce il mercato statunitense, che è attualmente il mercato dei porti sicuri. Per le azioni emergenti siamo più prudenti in quanto una serie di venti contrari come il dollaro forte, i prezzi del petrolio elevati, le aspettative crescenti della Fed e il rischio di un'escalation delle tariffe commerciali, rischiano di frenare la crescita e le prospettive reddituali di queste economie.

 

Le prospettive dei mercati a reddito fisso sono offuscate dal vento contrario creato dall'aumento dei tassi e dalla normalizzazione della politica monetaria. Nonostante alcune battute d'arresto e una maggiore incertezza per quanto riguarda la dinamica economica, vi è ancora un sostegno fondamentale per i differenziali. Il livello di crescita economica è forte e le aspettative di default sono basse, il che sostiene bassi livelli di spread. Il debito dei mercati emergenti ha registrato quest'anno una debolezza nonostante i solidi fondamentali sottostanti. Una combinazione di fattori di fondo, quali l'aumento del dollaro, l'aumento dei prezzi delle materie prime, l'incertezza macroeconomica e politica e i rischi specifici per paese sembrano aver innescato la recente correzione, in cui i risultati negativi e i deflussi sembrano essersi alimentati a vicenda. In aggiunta a questo, nel corso del 2018 diverse valute emergenti hanno visto un indebolimento.

 

“Nel complesso, siamo neutrali in materia di debito emergente, asset class in cui siamo pionieri e in cui vantiamo un forte track record, con oltre 25 anni di esperienza”, afferma Simona Merzagora, managing director di NN Investment Partners. “Privilegiamo il debito dei mercati di frontiera, che offre rendimenti più elevati e duration più brevi rispetto all’obbligazionario emergente in generale. È probabile che queste economie crescano a un ritmo più sostenuto rispetto a quelle sviluppate ed emergenti e, dato il miglioramento dei fondamentali e le valutazioni interessanti, continuiamo ad attenderci rendimenti positivi da questa asset class nel medio e lungo termine”.

 

Il contesto è ancora favorevole per le attività rischiose, ma si registra un deterioramento del rapporto rischio/rendimento a seguito dell'aumento della volatilità e dell'impatto della normalizzazione dei tassi d'interesse. In un simile contesto, si vedono opportunità nell'obbligazionario multi-asset, sul debito emergente a breve termine in valuta forte, nell'azionario sostenibile e impact, nel factor investing e infine nell'obbligazioni convertibili.

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