Tempo di lettura: 2min

Mercati: da vulnerabili a fragili, ecco perché

7/2/2018 | Greta Bisello

Contesto macro e finanziario estremamente complesso e sfidante secondo il team di UBI Pramerica SGR, ecco come comportarsi e quali i consigli strategici


Gli eventi dell’ultimo mese hanno confermato la complessità dell’attuale quadro macroeconomico e finanziario. La “vulnerabilità”, che aveva caratterizzato i mercati finanziari nei primi mesi dell’anno, si sta trasformando in “fragilità”, due condizioni differenti.

Secondo l'analisi del Team Investimenti di UBI Pramerica SGR la vulnerabilità genera volatilità: le fasi di correzione dei mercati sono generalmente seguite da recuperi una volta che i mercati abbiano analizzato meglio i fattori scatenanti, ridimensionando l’eccesso di negatività inziale. La condizione di fragilità implica, invece, che si inneschino delle correzioni dei mercati anche in assenza di delusioni legate ai dati e i recuperi si dimostrino poi più difficoltosi.

 

Nel corso dell’ultimo mese, nonostante uno scenario nel complesso positivo, i mercati azionari hanno riportato performance negative: infatti, i rendimenti dei titoli core, considerati come un “bene rifugio”, sono scesi e i differenziali di rendimento sui titoli corporate, sui BTP e sui titoli obbligazionari dei Paesi Emergenti sono saliti. Questo a causa del contesto di fragilità che si è creato e che ha portato ad attribuire un eccesso di peso negativo ad alcuni singoli eventi, nonostante uno scenario complessivo positivo.

Si possono individuare sostanzialmente tre ordini di eventi che hanno contribuito alla genesi di questa fragilità: la pubblicazione di una serie di dati molto forti per l’economia statunitense e di dati meno positivi per le altre economie, che ha innescato dubbi sulla tenuta della crescita sincronizzata a livello mondiale; il verificarsi di una serie di eventi particolari nei Paesi Emergenti (la crisi argentina, le elezioni in Messico, Brasile e Turchia); i timori di un’escalation delle tensioni commerciali tra Cina e USA, dopo che l’amministrazione statunitense ha alzato i toni sui dazi alle importazioni e la Cina ha iniziato a reagire, sebbene in modo contenuto, attraverso una svalutazione della sua valuta.

 

Su questo punto, si ritiene che si tratti di controversie volte ad arrivare a una ridefinizione di squilibri realmente esistenti nel commercio tra i due Paesi. Questi singoli eventi non sembrano avere una valenza significativa di lungo termine e vanno, quindi, ridimensionati. Tuttavia, nel complesso, la somma di questi eventi ha avuto come esito un rafforzamento del Dollaro che, a sua volta, ha innescato, nel breve termine, un circolo negativo: ha messo sotto pressione i mercati finanziari dei Paesi Emergenti alimentando pressioni su tutti gli asset ritenuti più rischiosi.

L'impostazione strategica di UBI PRAMERICA SGR, relativa agli investimenti di portafoglio non cambia: un sovrappeso di mercati azionari, un sottopeso di titoli governativi, una buona predisposizione all’investimento in titoli corporate, in particolare high yield, un sottopeso del dollaro che sarà destinato a deprezzarsi all’interno di una normalizzazione dei cicli economici del resto del mondo. 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?