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Robeco, Brexit: sempre più soft

7/12/2018 | Greta Bisello

Altro colpo di scena nell'intricata questione dell'uscita del Regno Unito dall'Unione: le dimissioni di Boris Johnson e David Davis. Cosa aspettarsi nel tempo che rimane da qui al 29 marzo 2019 ma soprattutto come reagiranno i mercati e la BoE


Lunedì le dimissioni del Segretario di Stato per gli Affari Esteri Boris Johnson e del Segretario di Stato per la Brexit David Davis segnano l'ennesimo scoglio della sempre più difficile uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Una risposta, quella delle due figure chiave del Gabinetto, alla proposta di Theresa May di rimanere all'interno del mercato europeo. 

 

Léon Cornelissen, chief economist di Robeco afferma: "Davis e Johnson sono a favore di una piena uscita dall’UE a partire dal 29 marzo 2019, una hard-Brexit che taglierebbe i ponti con il Mercato Unico e con l’unione doganale. Questo causerebbe tuttavia un enorme problema legato alla gestione del confine tra Irlanda del Nord e Irlanda nel caso in cui il Regno Unito lasciasse il Mercato Unico senza aver previsto un sistema alternativo". 

 

Se da una parte il problema del confine irlandese sarebbe risolto, dall'altra probabilmente, afferma l'esperto "l’UE vedrebbe inaccettabile il tentativo di limitare il libero movimento dei lavoratori come, quindi andrebbero fatte ulteriori concessioni per il raggiungimento di un accordo".

 

Si prende in considerazione poi l'opzione di un possibile cambiamento di governo anche se molto improbabile da realizzare, così come un secondo referendum sul leave, che sembra altrettanto improbabile dato che l’opinione pubblica, nonostante qualche passo avanti in favore del remain, non sembra essere sufficientemente contro la Brexit da garantire un risultato positivo. Inoltre, non ci sono i tempi necessari per un referendum ben organizzato.

 

Sull'opzione di un'uscita senza alcun tipo di accordo, conclude Cornelissen: "Gli scambi commerciali sarebbero di fatto bloccati, i movimenti delle persone stravolti e la sterlina crollerebbe. Il governo non è assolutamente preparato a uno scenario del genere, che è quindi da escludere. Una hard-Brexit avrebbe risultati simili sull’economia del Regno Unito, quindi anche questa possibilità è di fatto da escludere".

 

A pagare il prezzo più alto di questi continui rinvii sono gli investimenti che continueranno a essere danneggiati e la sterlina sarà sempre vista come una valuta rischiosa. Occhi puntati sul prossimo incontro della Bank of England, in programma per il 2 agosto.

Attualmente i mercati considerano probabile un rialzo dei tassi al 74%, comprensibile visti i toni recenti ma comunque improbabile secondo l'analisi di Robeco, in parte a causa dell’incertezza che continua a pesare sugli investimenti di lungo termine. Tuttavia il numero di membri dell’MPC favorevoli ad un rialzo continua ad aumentare, quindi mai dire mai.

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