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Gestore della settimana: "Le occasioni non mancano per chi sa dove guardare"

7/16/2018 | Manuel Pozzi*

Un posizionamento selettivo sull’equity italiano può essere valutato in ottica di diversificazione. Ecco dove puntare


L’attuale contesto di mercato continua ad essere caratterizzato da una crescita economica piuttosto positiva a livello globale. La banca centrale americana sta alzando i tassi e continuerà a farlo per almeno un anno; la BCE ha deciso di ridurre progressivamente gli acquisti di titoli di Stato sul mercato secondario attraverso il Quantitative Easing. In Europa abbiamo assistito a un progressivo rallentamento del ciclo economico, dovuto principalmente a due fattori: il rafforzamento dell’euro tra marzo 2017 e marzo 2018 – oggi superato – e l’affacciarsi di nuove incertezze politiche.

Nonostante ciò, il PIL dovrebbe crescere in linea con il potenziale. Gli ultimi dati di inflazione pubblicati per l’Eurozona, d’altro canto, segnalano un balzo notevole, dall’1,2% all’1,9% per anno, risultando in linea con l’obiettivo di stabilità dei prezzi della BCE. In Italia, i rischi legati all’instabilità politica non sembrano per ora riflettersi sui dati macro economici che sono anzi in miglioramento. La crescita degli utili aziendali è attesa dal consensus degli analisti e il listino continua ad offrire valutazioni interessanti. Oggi i titoli che compongono l’indice della borsa italiana FTSE MIB si pagano circa 11 volte gli utili attesi per quest’anno, molto meno rispetto al mercato azionario globale (15 volte gli utili).

È vero che da metà maggio sia le obbligazioni che le azioni italiane hanno risentito del clima di incertezza politica. I più colpiti sono stati i titoli delle aziende maggiormente associate al Paese. È il caso dei titoli finanziari, arrivati a perdere fino il 20% nell’arco di pochi giorni. Migliore è stata la tenuta delle società che realizzano fatturato all’estero. L’investitore che valuta un investimento nel mercato azionario e vuole ottenere ritorni soddisfacenti, non può però prescindere dall’avere un orizzonte temporale di medio-lungo termine. Se osserviamo la performance a 5 anni dell’indice FTSE MIB, ci accorgiamo che il listino principale di Piazza Affari ha sofferto fino alla metà del 2016, per poi registrare una corsa notevole.

Durante questo lasso di tempo, alcuni titoli hanno raddoppiato o addirittura triplicato il proprio valore in borsa, come ad esempio, per citarne alcuni, Fiat, Stm, Campari, Intesa, Mediobanca e Enel. Performance così importanti si spiegano da un lato grazie a valutazioni iniziali particolarmente convenienti (comprare a sconto è prerequisito essenziale per realizzare buoni ritorni), dall’altro grazie al buon andamento degli utili societari.

Alla luce di ciò, crediamo che - anche se si dovessero verificare nuovi episodi di volatilità sui mercati - un posizionamento selettivo sull’equity italiano possa essere valutato in ottica di diversificazione. L’esposizione sul listino italiano deve però rimanere marginale per limitare i rischi che possono derivare da situazioni di rinnovata incertezza politica; in generale è sempre bene evitare una forte concentrazione dei risparmi su un unico paese o emittente. In assenza di un reale deterioramento dei fondamentali delle aziende, le opportunità di acquisto a sconto all’interno del FTSE MIB non mancano.

Tra i settori da preferire per chi valuta un investimento su Piazza Affari c’è certamente il finanziario: i titoli del comparto, con i bancari e gli assicurativi in prima linea, hanno infatti scontato le svendite maggiori a seguito della recente crisi di governo (offrendo all’investitore che si affaccia oggi sul mercato azionario un interessante punto di entrata) e potranno potenzialmente beneficiare da uno scenario di rialzo dei tassi. Anche diversificare sui titoli dei settori industriale e dei beni di consumo con valutazioni ragionevoli può avere senso nel contesto attuale, con una preferenza per le aziende che mostrano una più spiccata vocazione internazionale, votate all’export e che possono godere dei vantaggi di un euro più debole.

*direttore investimenti M&G Investments Italia

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