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TCW: Turchia verso la recessione?

8/23/2018 | Greta Bisello

Cosa può fare il Paese guidato da Erdogan per rispondere a questo periodo di crisi ed evitare l'effetto contagio con gli altri emergenti


La Turchia si avvia verso una recessione? Quasi certamente sì. La fragilità del Paese non è però cosa nuova, dal 2013 infatti, all'epoca del taper tantrum erano cinque i sorvegliati speciali: Sudafrica, Brasile, India, Indonesia e Turchia; ad oggi solo l'ultimo assieme all'Argentina desta preoccupazioni. 

 

Anisha Goodly, emerging markets portfolio specialist, TCW, afferma che: "Il Governo turco ha raddoppiato le politiche economiche non ortodosse, compromettendo l’indipendenza della Banca Centrale e perseguendo l’obiettivo della crescita a tutti i costi, pagando con una combinazione tra politiche fiscali più accomodanti e un’accelerazione delle spese extra rispetto al bilancio. Ciò ha provocato il forte aumento dell’inflazione (circa al 16% a/a) e l’aumento del deficit delle partite correnti (circa al 6,5% del PIL a inizio 2018). Allo stesso tempo, i crescenti rischi politici e geopolitici hanno disincentivato gli investimenti diretti esteri".

 

L'elemento che preoccupa di più al momento, sottolinea l'esperta nella sua analisi è la possibilità di un deflusso di capitali dai portafogli e il contagio a livello di settore finanziario, vista la notevole esposizione delle banche europee al paese. "Nel dettaglio, l’esposizione aggregata delle banche spagnole, francesi e italiane alla Turchia ammonta a 139 miliardi di dollari. Inoltre, lo stress nel sistema finanziario turco sta salendo, visto l’incremento dei default corporate negli ultimi mesi, e l’inasprimento delle condizioni finanziari probabilmente lo intensificherà" prosegue Goodly.

 

Se si guarda agli altri mercati emergenti, la Turchia rappresenta un'eccezione: "Il resto degli emergenti può contare su politiche più solide, su condizioni di riserve monetarie migliori e dunque su strumenti per assorbire gli shock esterni. Persino l’Argentina di recente si è assicurata un pacchetto da 50 miliardi di dollari dal Fondo Monetario Internazionale per far fronte al fabbisogno finanziario sovrano del prossimo biennio" afferma l'analista di TWC.

 

Ankara a questo punto è costretta a correre ai ripari con alcune mosse strategiche: "Serve una risposta solida in termini di politica monetaria, con rialzi aggressivi dei tassi da parte della Banca Centrale turca per placare l’inflazione. Un ampio e credibile aggiustamento fiscale (da comunicare nel dettaglio e da implementare con rapidità) favorirebbe le prospettive di un “soft landing” per l’economia e incoraggerebbe un processo di deleveraging più gestibile. Infine, la Turchia potrebbe accogliere la richiesta degli Stati Uniti di liberazione del Pastore Andrew Brunson in cambio di un allentamento delle sanzioni". 

 

La conclusione quindi è che i rischi di un vero e proprio contagio siano limitati. "Generalmente, i sell-off di mercato guidati dalla liquidità tendono a durare poco e alla fine presentano anche opportunità interessanti, in quanto i policymaker poi reagiscono alle pressioni di mercato e ai timori di contagio". 

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