Tempo di lettura: 2min
8/23/2018 | Greta Bisello
Di recente alcune turbolenze sui mercati avevano reso il debito dei Paesi di frontiera troppo elevato, oggi invece sono tornati attraenti per gli investitori.
Secono l'analisi di Yvette Babb, senior portfolio manager frontier markets debt di NN Investment Partners: "La correzione è stata determinata da una combinazione di diversi fattori, tra i quali la forza del dollaro, la crescita globale meno sincronizzata, alcuni eventi particolari come ad esempio quelli in Argentina e Medio Oriente, e i rischi crescenti legati alla guerra commerciale".
Le prospettive per questo tipo di mercati (a una fase embrionale e di sviluppo subito prima dello step di emergenti), sono rosee secondo NN Investment Partners. Prosegue l'esperta: "A nostro avviso i fondamentali solidi e la potenziale riduzione dei rischi principali saranno di supporto per il debito dei mercati di frontiera. I rendimenti dovrebbero tornare positivi nei prossimi sei-dodici mesi e al contempo ci aspettiamo un ritorno degli afflussi verso questa asset class. Con i tassi di default che restano bassi, i rendimenti più elevati rispetto ad alte tipologie di investimenti obbligazionari costituiscono un’argomentazione convincente per investire nel debito di frontiera. Il riprezzamento del rischio all’interno dell’universo dei mercati di frontiera è stato associato a un aumento dei rendimenti al 7,1% dal 5,9% del 2017".
Se si guarda ai singoli Paesi, secondo Babb: "Il Ghana è uno dei paesi che al momento offrono opportunità interessanti all’interno dell’universo del debito di frontiera: durante il repricing del secondo trimestre 2018, le obbligazioni sono tornate a offrire valore e al contempo il paese è politicamente stabile e può fare affidamento su un paniere di esportazioni diversificato, basato principalmente sulle materie prime. L'Egitto costituisce un altro esempio di riforme economiche strutturali positive e di azione governativa. I sussidi sono stati tagliati e l'IVA è stata aumentata al fine di consolidare il bilancio fiscale e il quello del settore pubblico. Inoltre, la sterlina egiziana è stata svalutata, elemento che ha incrementato la competitività".
In generale, conclude nella sua analisi: "Molti investitori europei hanno un'idea sbagliata dell'Africa. Il continente è molto più vario di quanto la maggior parte degli investitori lo percepisca, e ancora più vario di quanto lo sia l'Europa. Contrariamente alla percezione generale, la situazione politica in molti paesi africani è stabile e le loro economie sono in costante miglioramento, con la classe politica che si sta concentrando sulle riforme strutturali. In molti casi, il FMI sostiene il programma di riforme di questi paesi, il che rafforza notevolmente la credibilità dei rispettivi casi di investimento obbligazionari".
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie