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Eurozona, Pil: taglio delle stime al 2%

8/24/2018 | Greta Bisello

Il dato si abbassa nel 2018 dal 2,4% precedente secondo l'analisi di Schroders, pesano le tensioni commerciali tra USA e Cina e la situazione politica italiana


Si abbassano le stime di crescita del Pil per l'Eurozona al 2% nel 2018 dal 2,4% precedente. A dirlo sono gli esperti di Schroders che attuano così il secondo downgrade consecutivo riconducibile principalmente alle attese di un’intensificazione delle guerre commerciali e al conseguente impatto sulla performance esterna dell’Eurozona.

 

"Il 2019 dovrebbe seguire una traiettoria simile: la domanda domestica dovrebbe tenere bene, ma le continue tensioni commerciali freneranno quella esterna, motivo per cui abbiamo rivisto al ribasso le nostre previsioni dal 2,1% all’1,7%" afferma Azad Zangana, senior european economist and strategist, Schroders

 

Particolare attenzione va riservata inoltre al nostro Paese: "Sebbene il Pil di alcuni degli Stati membri più grandi sia salito, la crescita debole in Italia e Francia ha pesato sul dato complessivo e anche Austria e Spagna hanno registrato dei rallentamenti. In Germania la lettura è migliorata rispetto ai primi tre mesi dell’anno, ma i nuovi ordini industriali sono diminuiti, segnalando prospettive poco rosee per il contributo delle esportazioni nette alla crescita del Pil". 

L'Italia inoltre risulta un'osservata speciale anche secondo la Bce che teme per l'attuale condizione politica. Su questo prosegue l'esperto: "Il Governo italiano formulerà una proposta di legge di bilancio nei prossimi mesi, che sembrerebbe orientata verso un ridotto pacchetto di stimoli fiscali. Tuttavia, esiste il rischio che il Governo populista intraprenda una battaglia contro la Commissione Europea".

Su questa seconda possibilità si potrebbe aprire uno scenario denominato dagli esperti di Schroders "di una crisi del debito italiano".

"Questo esercizio teorico prevede un drastico aumento dei rendimenti dei Titoli di Stato dell’Italia, con il conseguente allargamento dello spread e il deprezzamento dell’euro. Anche la crescita dell’Eurozona verrebbe danneggiata seriamente in questo scenario. Una situazione simile potrebbe essere risolta solo con il ripristino da parte della BCE del QE e l’insediamento di un Primo Ministro tecnico" afferma Zangana .

 

Senza dimenticare però il Regno Unito e i faticosi negoziati per la fuoriuscita dall'Unione europea e conclude l'esperto di Schroders: "Il Pil nel secondo trimestre è cresciuto, ma il dato complessivo ha celato debolezze sul fronte della domanda e del contributo del commercio netto. In un contesto in cui persiste una forte incertezza, abbiamo dunque tagliato anche le stime del Pil britannico per quest’anno dall’1,4% all’1,2% e per il 2019 dall’1,6% all’1,3%, in quanto stimiamo che le debolezze proseguiranno anche nel post Brexit". 

 

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