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M&G, dazi: i listini americani rallenteranno?

8/28/2018 | Greta Bisello

Tra le tante minacce degli ultimi mesi le potenzialità di uno scontro commerciale sono quelle che preoccupano maggiormente. Chi vince e chi perde e come poter trarre opportunità interessanti


Il trend rialzista del mercato azionario statunitense è minacciato su più fronti ma quello che spaventa di più è il tema dei dazi commerciali. 

John Weavers, gestore del fondo M&G North American Dividend Fund, M&G Investments su questo afferma che: "Oggi è la Cina l’area su cui si concentrano le dispute sui dazi e dove abbiamo visto gli sviluppi più evidenti. Tuttavia, la situazione potrebbe allargarsi. Nonostante sia stata “firmata una tregua” con l’Europa, non servirebbe molto per riaccendere la miccia".

 

I dazi cambiano il costo materiale di fare impresa per le società statunitensi. Se si guarda alla prima tornata di tariffe annunciate a marzo, acciaio e alluminio risultavano al centro e infatti i prezzi sono saliti in maniera significativa. Secondo l'analisi dell'esperto,  i contratti future sull’alluminio, per esempio, segnano un +30% da inizio anno e si attestano sui massimi decennali.

 

A loro volta prezzi più alti si riflettono anche sui dati economici. "Di recente, i prezzi core alla produzione (che escludono elementi più volatili come i beni alimentari e le materie prime energetiche) negli Stati Uniti sono saliti dello 0,3% a luglio, portando l’aumento generale annuale al +2,8%. Gli economisti hanno collegato direttamente questa inflazione ai dazi sulle importazioni di beni cinesi. Al momento, sembra che l’economia sia abbastanza solida da assorbire questi aumenti di prezzo, ma ciò potrebbe cambiare in caso di un’ulteriore escalation" prosegue Weaver. 

 

Un punto importante per gli analisti sarà comprendere quali società subiranno maggiormente un impatto negativo da questi dazi.  Secondo il gestore di M&G: "Le società su cui investiamo nel segmento delle ferrovie, per esempio, sono grandi consumatrici di acciaio: stiamo esaminando attentamente i possibili effetti dei dazi sui loro corsi azionari, notando che tali aziende tendono ad avere una forte influenza nel determinare i prezzi, con una distruzione di domanda limitata. Ciò significata che l’impatto è stato, sin qui, ridotto".

 

Non solo cattive notizie però, si inziano a vedere opportunità di acquisto a significativo sconto su titoli che potrebbero beneficiare di questo contesto a lungo termine.

"Yum China, la società che possiede i brand KFC e Pizza Hut per il mercato cinese, è un buon esempio di titolo azionario su cui le vendite sono state eccessive. L’azienda ha molto spazio di crescita e non ha assolutamente alcuna esposizione alla Cina in termini di importazioni o esportazioni; nonostante questo ha perso il 20% in Borsa da inizio anno, considerando i livelli minimi toccati a luglio. Il driver di tale movimento è l’esposizione degli utili al cambio in renminbi. La valuta cinese si sta avvicinando ai minimi pluriennali rispetto al dollaro – un fattore che stiamo considerando attentamente nelle nostre analisi". 

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