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Ramenghi (UBS), Italia: "Incertezza elevata fino a pubblicazione DEF"

8/29/2018 | Greta Bisello

La politica internazionale sta inevitabilmente condizionando i mercati rendendoli più nervosi e instabili, ecco come reagire per limitare i rischi


La politica internazionale condiziona i mercati rendendoli nervosi. Tra le tensioni commerciali USA-Cina e l'Italia che rimane una delle preoccupazioni principali per gli investitori. 

Matteo Ramenghi, chief investment officer UBS WM Italy su questo tema afferma che: "I dati economici restano, comunque, complessivamente positivi, nonostante qualche segnale di decelerazione proveniente dall’eurozona e dalla Cina. Le seconde trimestrali del 2018 hanno sorpreso positivamente negli Stati Uniti (rivelando un tasso di crescita degli utili del 25% a/a), mentre in Europa si sono rivelate in linea con le attese". 

 

Le indicazioni che si attendono da oltre Oceano non arriveanno prima del 6 novembre con le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti. 

L'esperto di UBS spiega la propria strategia per limitare i rischi del periodo: "Abbiamo una posizione complessivamente neutrale, con un moderato sovrappeso sull’azionario globale – che tratta con uno sconto di circa il 9% rispetto alla media a 30 anni – e sui titoli di Stato dei Paesi emergenti in dollari, che rendono circa il 6,5% e presentano un’esposizione contenuta alla Turchia (3,5% dell’indice EMBI GD). Abbiamo, inoltre, alcune posizioni anticicliche, come il JPY, i Treasury statunitensi e le put sull’indice S&P 500. Confermiamo un approccio cauto sull’obbligazionario con sottopesi sui titoli di Stato con rating più elevato, con particolare attenzione alle duration elevate nell’eurozona, e sull’high yield in euro, che rende solo il 3,3%". 

 

Sull'Italia, come detto prima, continuano le preoccupazioni: "Il mercato italiano, sia azionario che obbligazionario, ha bruciato i guadagni di oltre un anno e si ritrova nuovamente sotto pressione. Gli investitori sono preoccupati per la politica fiscale che potrebbe essere perseguita dal nuovo governo. A nostro avviso, le deviazioni di deficit rispetto ai precedenti governi potrebbero rivelarsi limitate, ma l’incertezza resterà elevata fino alla presentazione del Documento di Economia e Finanza (27 settembre) e della legge di bilancio (inviata alla Commissione europea entro il 15 ottobre)".

 

Per l'obbligazionario vale lo stesso atteggiamento attendista che guarda verso la legge di bilancio.  E conclude Ramenghi: "Se ci dovessero essere ulteriori episodi di forte volatilità, si potrebbero considerare acquisti mirati sulle scadenze brevi. Sul mercato azionario italiano confermiamo un sottopeso, per via dell’impatto dei rendimenti più elevati sull’economia e di alcuni fattori di rischio specifici per alcuni titoli di larga capitalizzazione". 

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