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9/4/2018 | Greta Bisello
Tre fattori segnano il momento per ricominciare a comprare l'asset class emergemente. Due di questi sono stati già raggiunti secondo l'analisi di James Barrineau, head of emerging markets debt relative, Schroders
Il primo per vendere gli emergenti è il rafforzamento del dollaro. La valuta statunitense si è rafforzata di oltre il 7,5% dalla metà di aprile mentre l’indice che traccia i bond sovrani degli emergenti denominati in dollari è in calo di circa il 4,9% da inizio anno e quello denominato in valuta locale perde circa il 9,5%.
L’apprezzamento del dollaro crea turbolenze internazionali e tra gli emergenti e indica il momento per vendere gli emergenti. La Turchia e l’Argentina ne sono un esempio: i bond turchi denominati in dollari sono in calo di oltre il 15% e la lira turca di oltre il 25% da inizio anno. Contemporaneamente, i bond argentini denominati in dollari perdono oltre il 16% e il peso il 33%.
La risposta politica affronta in modo intermittente lo stress da liquidità è il segnale per vendere le ultime rimanenze degli emergenti secondo l'esperto. L’Argentina ha ricevuto i finanziamenti del Fondo Monetario Internazionale e rinnovato l’impegno a livello di politica monetaria, riducendo la volatilità sul fronte valutario. La Turchia ha imposto delle restrizioni ai creditori turchi che utilizzano la lira nelle transazioni di scambio valutario, con l’effetto di aumentare i costi di trading per gli speculatori esteri e operare un giro di vite sugli investitori che shortano la lira. Ankara si è anche assicurata dei finanziamenti dal Qatar e ha promesso di implementare ulteriori misure fiscali.
L’Indonesia, seppur esclusa dall’occhio del ciclone, ha alzato i tassi di interesse per rallentare la crescita e affrontare proattivamente alcuni timori di mercato. I risultati sono incerti e i mercati faticano a trovare un equilibrio tra il migliorato quadro politico e il pessimo sentiment degli investitori. Nelle sole prime due settimane di agosto, l’indice dei titoli sovrani in dollari è sceso dell’1,7% e quello in valuta locale di oltre il 5%.
Un altro punto riguarda invece l'acquisto degli emergenti. Se le turbolenze internazionali o tra gli emergenti dovessero iniziare a impattare gli Stati Uniti a livello di fondamentali, allora la Federal Reserve farebbe intendere di voler rallentare il ciclo di inasprimento della politica monetaria. È questo che ha innescato la ripresa molto solida degli emergenti a inizio 2016 e lungo tutto il 2017. Un rallentamento negli Stati Uniti esacerbato da un dollaro troppo forte o da una drastica correzione azionaria potrebbe avere un effetto analogo. Gli effetti negativi della guerra commerciale sugli Usa avrebbero anch’essi un impatto simile.
Quando arriverà la svolta? Si domanda Barrineau. La misura delle vendite viste ad agosto aumenta le probabilità che i mercati aprano un margine di salvezza per gli investitori, fornendo alcune rassicurazioni a coloro che comprerebbero emergenti, nell’attesa che il punto 4 (quello degli acquisti) si materializzi.
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