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Brasile alla prova elettorale, ecco le preferenze del mercato

9/13/2018

I due candidati sono Jair Bolsonaro e l'ex sindaco di sinistra di San Paolo, Fernando Haddadad (il sostituto di Lula da Silva, cui è stato vietato di candidarsi) i due programmi a confronto e le possibili risposte del Paese


E' per domanica 7 ottore l'appuntamento con le elezioni presidenziali in Brasile. E arrivano in un momento difficile in cui il Paese è bisognoso di risposte in ambito fiscale ed economico. La preoccupazione principale è un sell off all'orizzonte che spingerebbe i tassi reali verso il basso e quelli di interesse in alto esercitando così una maggiore pressione ad agire sulla nuova leadership brasiliana.

Attualmente, sembra che due candidati abbiano entrambi buone possibilità di vincere: il nazionalista di destra, Jair Bolsonaro e l'ex sindaco di sinistra di San Paolo, Fernando Haddadad (il sostituto di Lula da Silva, cui è stato vietato di candidarsi).

In testa ai sondaggi Bolsonaro nonostante si presenti come candidato anti-establishment, le sue idee economiche sono simili a quelle dell'attuale governo. Il suo problema principale secondo l'analisi di  Maarten-Jan Bakkum, senior emerging markets strategist di NN Investment Partners, è che il suo partito ha poco peso nella politica brasiliana e gli analisti politici mettono in discussione la sua potenziale efficacia come presidente oltre a dubitare del suo impegno per attuare le necessarie riforme.

Haddad non è molto noto, anche se è probabile che la situazione cambi, ora che ha ricevuto l’endorsement ufficiale di Lula. "Il programma economico Lula/Haddad comprende la fine della fiscal rule messa in campo dall'attuale governo provvisorio, riforme pensionistiche insignificanti, la sospensione del programma di privatizzazione e controlli sui capitali per limitare la volatilità del mercato. Tutto ciò significa che ad una eventuale vittoria di Haddad i mercati reagirebbero negativamente" spiega l'esperto. 

 

 

Uno sguardo all'attuale condizione in cui versa il Brasile: "L'insufficienza di azioni decisive per controllare la spesa pensionistica del Paese è una delle ragioni principali per cui il deficit fiscale del paese è rimasto superiore al 7% del PIL negli ultimi quattro anni. Con una spesa totale per la sicurezza sociale vicina al 45% della spesa pubblica e un aumento annuo del numero di beneficiari pari al 3,5%, c'è poco spazio per ulteriori investimenti volti a incrementare la produttività nelle infrastrutture fisiche e sociali. Questo è il motivo principale per cui il potenziale di crescita dell'economia brasiliana rimane basso (circa il 2%) e il rapporto fra debito pubblico e PIL continua a crescere rapidamente, al ritmo di circa cinque punti percentuali all'anno" afferma Bakkum.

 

Il Brasile insomma risente non soltanto delle condizioni finanziarie interne ma anche del deterioramente del contesto globale dei mercati emergenti e conclude l'esperto di NN IP: "In altre parole, l'aumento dei tassi d'interesse di quest'anno rende ancora più urgente la necessità di un adeguamento fiscale attraverso riforme pensionistiche".

 

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