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Italia col fiato sospeso fino al 27 settembre, arriva il DEF

9/25/2018

L'analisi di Amundi passa in rassegna i momenti principali che hanno caratterizzato il Paese negli scorsi mesi e guarda al futuro con stime e previsioni per la crescita e i livelli di spread


Occhi puntati al 27 settembre, data della scadenza per la presentazione delle Legge di Bilancio italiana

Annalisa Usardi (Macroeconomics Research) e di Didier Borowski (Head of Macroeconomic Research di Amundi analizzano la situazione a breve termine per l'economia del Paese "il rallentamento della crescita, la bassa inflazione e il rialzo dei tassi di interesse costituiscono un mix penalizzante per le finanze pubbliche e ciò significa che per stabilizzare la traiettoria del debito è assolutamente necessario un avanzo primario". 

 

E proseguono con le stime di crescita riviste al ribasso "portandole all’1,1% per il 2018, in graduale decelerazione verso il potenziale sull’orizzonte 2019-2020, appena al di sotto dell’1%. La nostra revisione si basa su un minor contributo alla crescita da parte degli investimenti e dei consumi personali rispetto al 2017 perché nell’attuale contesto legislativo ci aspettiamo un rallentamento della relativa dinamica".

 

Sul fronte politico, la previsione è quella di un superamente da parte di M5S e Lega  delle loro differenze programmatiche e daranno prova di un certo pragmatismo riguardo all’implementazione del pacchetto di espansione fiscale (ad es. espansione fiscale limitata) perché stanno già guardando al loro prossimo obiettivo politico, ovvero le elezioni europee politiche del maggio 2019.

Lo spauraccio 3% sul livello del deficit pare superato e il Governo appare più incline ad adottare implementazioni graduali sul suo programma.

 

E lo spread protagonista negli scorsi mesi che fine ha fatto? Secondo gli esperti di Amundi "Dopo il picco di maggio è diminuita anche la volatilità nel segmento a breve termine della curva dei rendimenti italiani. Dopo aver messo l’Italia sotto osservazione alla fine di maggio, la decisione di Moody’s - di rimandare qualsiasi decisione alla fine di ottobre, in attesa di conoscere i particolari sui parametri di finanza pubblica attesi a settembre, ha dato un certo sollievo a breve termine agli spread dei BTP, esercitando al contempo una maggior pressione sul governo, incitandolo a non adottare un allentamento eccessivo della posizione fiscale". 

 

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