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Argentina: la resistenza alle turbolenze politico economiche

9/26/2018

Nonostante la volatilità il mercato in senso più ampio continuerà a beneficiare della spinta dell’upgrade in arrivo dal Frontier Markets Index all’Emerging Markets Index il prossimo anno


L'Argentina sotto pressione dalla recente crisi economica in concomitanza con la peggiore siccità degli ultimi cinquanta anni, che ha colpito anche produzione agricola ed esportazioni in dollari Usa. Ma le cattive notizie non vengono mai da sole e a questo si è aggiunta la svendita dei Lebac, titoli di Stato a un mese, che dovrebbero essere usati esclusivamente dalle banche per la liquidità a breve termine: metà dei 60 miliardi di dollari di Lebac in circolazione erano invece nei portafogli di investitori stranieri che, appena iniziata la fuga dalla valuta, hanno iniziato a scaricarli, aggravando la situazione.

Oliver Bell, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV Frontier Markets Equity, T. Rowe Price afferma però che la crisi è stata affrontata in modo intelligente: "imboccando la strada dell’ortodossia, per mettersi al riparo dalle crisi in cui sembra sprofondare periodicamente. All’inizio, le autorità hanno usato le riserve nel tentativo di proteggere la valuta. Una volta capito che era uno sforzo vano, i tassi di interesse sono stati immediatamente alzati dal 27% al 40%, ed è stato siglato un importante accordo da 50 miliardi di dollari con il Fondo Monetario Internazionale nel tempo record di 8 settimane". 

 

Il peso argentino è finito sotto pressione nuovamente, costringendo la banca centrale ad alzare i tassi l 45% e poi al 60% e l'economia sembra avere gli anticorpi per reagire: "ha subito una breve e decisa battuta d’arresto, che farà aumentare i crediti in sofferenza, ma non dovrebbe portare ad una crisi bancaria, grazie al capitale accumulato dalle banche verso la fine dello scorso anno. Di conseguenza l’economia dovrebbe essere in grado di ripartire, una volta attenuatasi la pressione inflazionistica l’anno prossimo" prosegue l'esperto.

 

Nell’ottobre 2019 si terranno le elezioni generali, molto importanti per il Paese ed è molto probabile che il Presidente Mauricio Macri si ricandidi. Se dovesse vincere e ottenere il controllo della Camera bassa, le riforme potrebbero accelerare significativamente. Tuttavia, la vittoria di Macri è data dai più al 50%. La crisi ha intaccato la popolarità del Presidente, con gli indici di gradimento scesi da più del 50% al 36% in agosto. 

 

Cristina Kirchner, la possibile sfidante di Macri, è attualmente coinvolta in un altro scandalo di corruzione, è estremamente impopolare al di fuori della sua cerchia di irriducibili sostenitori e finirebbe probabilmente per spezzare l’elettorato peronista.

 

Bell conclude che: "Come conseguenza della stretta monetaria e fiscale, riteniamo che l’inflazione argentina sia destinata a raggiungere circa il 40%, e che il Paese entrerà in recessione. Ciononostante, crediamo che l’Argentina sia attualmente molto a buon mercato e offra numerose opportunità che possono essere colte in modo selettivo". 

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