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Holdsworth (Kames Capital): “Sarà l’euro a lasciare l’Italia?”

10/3/2018

Il Governo tira dritto sulla manovra e lo spread si innalza a 300 punti base, quale sarà l'atteggiamento dell'Unione Europea e della Bce nei confronti del nostro Paese?


Il Governo va avanti sulla manovra e lo spread è in altalena dai 300 punti toccati nella giornata di ieri. Sul delicato rapporto con l'Europa, il presidente della commissione Bilancio della Camera italiana, Claudio Borghii, ha dichiarato: "Il programma di governo non contempla che l’Italia abbandoni la moneta unica”, parole che tendono a una riconciliazione dopo quel target al 2,4%.

 

Sandra Holdsworth, head of rates di Kames Capital analizza il ruolo dell'UE in questa vicenda. 

"Come parte del meccanismo di rafforzamento che l’Unione ha implementare dopo l’ultima crisi dell’Eurozona, tutti i Paesi membri, compresa l’Italia, hanno accettato vi sia un controllo delle politiche fiscali. Nessuno desidera ci sia il bisogno di ulteriori salvataggi e queste procedure sono state pensate per garantire un “sistema di allarme preventivo”. 

  

A reagire in maniera sfavorevole alla manovra non sarò soltanto l'Unione ma anche le agenzie di rating. "Al momento l’Italia annovera un rating Baa2 con outlook negativo da Moodys e un taglio a Baa3 è prevedibile. Se l’outlook negativo fosse mantenuto, Roma sarebbe a un solo step da un rating “junk”. Le conseguenze di ciò sarebbero gigantesche, così come la fuoriuscita di capitali dalla Piazza italiana" prosegue l'esperta.

La Bce non potrà in questo caso aiutarci in alcun modo. Rimane una sola ancora di salvataggio rappresentata dalla cosidetta “Outright Monetary Transactions policy”, che permetterebbe all’Eurotower di intervenire in determinate condizioni, ma non sono procedure semplici e potrebbero essere prese in considerazione solo nel caso in cui i deflussi dall’Italia superassero una determinata soglia.

 

Infine, conclude Holdsworth: "Data la crescita e la popolarità delle gestioni passive all’interno dell’industria del risparmio gestito, è giusto ricordare che tali gestioni non sono in gradi di ridurre la propria esposizione agli asset italiani, a meno che questi non vengano rimossi dal loro benchmark. Questi fondi sono di sicuro una soluzione low-cost per accedere al mercato, ma c’è da chiedersi cosa si vorrebbe davvero in questo contesto di mercato più sfidante. Basse commissioni ma una piena esposizione all’obbligazionario italiano?".

 

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