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Incognite Europa, pesa il braccio di ferro con l'Italia

10/26/2018

L'esperto di Nordea AM analizza tre scogli per i mercati europei che potrebbero durare fino fine anno o anche oltre


Tra i temi che preoccupano di più l’Europa compare anche il budget del governo italiano che rimane però in buona compagnia.

Si guarda a livello internazionale al centro rimane ancora alla guerra commerciale, come incognita da monitorare. Secondo l’analisi di Tom Stubbe Olsen, fondatore di Mensarius AG e Portfolio Manager di Nordea 1 – European Value Fund: “La situazione instabile tra gli Stati Uniti e i suoi partner commerciali in tutto il mondo ha senza dubbio fatto notizia e inciso sui mercati. Le tariffe comporteranno prezzi più elevati, fattore a supporto di un potenziale aumento dell’inflazione. Proprio il ritorno dell'inflazione è uno dei temi più discussi. I prezzi delle materie prime sono in aumento da un po’ di tempo ormai, e questo inizia a riflettersi in un aumento dei costi degli input per le aziende. Anche i mercati iniziano a scontare un aumento dell’inflazione stando alle valutazioni, ma resta da vedere quanto e se l'indice dei prezzi possa effettivamente aumentare in futuro”.

 

Ricordiamo anche, prosegue l’analisi l’esperto l'impatto dell'inflazione sulle società: “Con un’impennata dell’inflazione, lo spazio che le aziende hanno per controllare i prezzi dei prodotti venduti diventa cruciale. Se i costi aumentano e i prezzi dei prodotti no, infatti, la redditività delle aziende si trova ad essere sotto pressione. La politica monetaria accomodante della banca centrale negli ultimi ha offuscato l’importanza di questo fattore, sostenendo le valutazioni forse più degli stessi utili. Poiché un aumento dei tassi di interesse porrebbe fine a questo supporto, riteniamo che la capacità delle aziende di “fare il prezzo” tornerà ad essere uno dei principali driver di mercato in futuro, soprattutto se saremo testimoni di una contrazione delle valutazioni”.  Insomma per le aziende tutto dipenderà da come sapranno gestire un futuro innalzamento degli attuali livelli.

 

All’inizio dell’analisi si citava appunto il rischio Italia e Stubben Olsen conclude: “Le azioni e le obbligazioni italiane hanno subito un brusco ribasso in seguito all’annuncio da parte del governo del nuovo obiettivo in termini di deficit di bilancio e degli obiettivi per il 2019. Gli investitori sono preoccupati per la stabilità fiscale del paese a fronte dell’ammontare di debito in percentuale del Pil. L'Italia ha il secondo debito più grande nell’eurozona dopo la Grecia”.  L’attesa dunque è tutta per le prossime tre settimane in cui si avrà una risposta da parte del Governo nei confronti dell’Unione europea anche se i suoi rappresentanti rimangono fermi sull’impossibilità che il testo venga cambiato. 

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