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Pictet AM, emergenti: la risposta calibrata alle turbolenze

10/26/2018

Dopo un anno particolarmente difficile per questi mercati, la reazione è arrivata a pochi mesi dalla fine del 2018 e al momento le opportunità sembrerebbero riemergere grazie a un'analisi molto attenta


Si sta per concludere un anno non brillante per i mercati emergenti che a pochi mesi dalla sua conclusione cercano di reagire.

Mary-Therese Barton, head of emerging market debt, e Alper Gocer, head of EM local currency debt di Pictet Asset Management rintracciano come responsabili di queste turbolenze l’allinearsi di minacce lente ma importanti come il rafforzamento del dollaro, l’aumento dei tassi di interessa statunitense, le conseguenze delle guerre commerciali. 

 

Dall’altra parte però, proseguono gli esperti nell’analisi: “I responsabili della politica dei mercati  emergenti hanno ampiamente risposto alla turbolenza con manovre ben calibrate. I tassi d’interesse sono stati aumentati e rafforzati con aggiustamenti fiscali. Nel frattempo, tassi di cambio flessibili hanno contribuito ad ammortizzare i colpi. Di conseguenza, molte economie dei mercati  emergenti sono uscite dalla tempesta dei mercati  sostanzialmente illese. Infatti, gli ultimi dati indicatori anticipatori dei mercati  emergenti sono migliorati su base  trimestrale, e attualmente sono ben al di sopra della media mobile su tre anni”. 

 

Esistono certamente delle eccezioni e sono quei Paesi che hanno un debito in dollari sostanziale e saldi della bilancia dei pagamenti deboli. Si fa riferimenti in questo caso alla Turchia e all’Argentina. Se si guarda invece al Brasile, le difficoltà maggiori sono state registrare a causa di elementi esterni e non strettamente economici, le elezioni.

 

La conclusione dei due esperti si concentra sulle valute dei mercati emergenti che appaiono al momento più che mai convenienti se paragonate al dollaro: “secondo i parametri di valutazione  dei nostri economisti sono sottovalutate di circa il 20% rispetto  al dollaro, con il renminbi più conveniente che mai sulla base  della parità di potere  di acquisto. Nel frattempo, il rendimento delle obbligazioni in dollari dei mercati  emergenti è del 6,4%, più del doppio delle omologhe statunitensi. In momenti  come questo, per investire è necessario un po’ di coraggio e un’analisi molto attenta. Ma le possibili ricompense sono commisurate”.

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