Tempo di lettura: 4min

Elezioni USA: Congresso diviso e commercio al centro

11/5/2018

A distanza di due anni il presidente Trump si troverà davanti al più importante banco di prova, in gioco ci sono molti equilibri politici e le riforme promesse al Paese


Una nuova campagna elettorale per il Presidente americano che a due anni dalle elezioni presidenziali è pronto a concedere terreno ai suoi avversari. A darla come ipotesi "possibile" è proprio Trump che attende le mid term di domani il cui esito più probabile è una Camera a guida democratica e un Senato repubblicano

 

Secondo l'analisi di Manuel Pozzi, direttore investimenti di M&G Investments a beneficiare di questo scenario sarà la spesa infrastrutturale, interesse comune a democratici e repubblicani. "Il pragmatismo del presidente Trump potrebbe portare a un accordo con i democratici per dare nuova linfa a un settore in difficoltà: autostrade, aeroporti e ferrovie richiedono importanti investimenti di manutenzione. Un punto delicato potrebbe invece essere rappresentato dall’approvazione del bilancio data la differenza di priorità tra i due schieramenti, soprattutto in materia di spesa sanitaria. Ciò potrebbe, da una parte, spingere Trump a limitare ulteriori politiche di aumento del debito e, dall’altra, causare uno stallo temporaneo a livello di spesa pubblica, il cosiddetto shutdown già vissuto durante le presidenze Reagan e Obama. Se ciò dovesse accadere, ne risentirebbero i tassi di crescita americani, con un potenziale rallentamento della traiettoria di rialzo dei tassi da parte della Fed".

 

DoubleLine Capital, manager delle strategie di Nordea AM US Total Return Bond e US Bond Opportunities in fatto di commercio spiega: "Crediamo che le iniziative dell’amministrazione Trump siano molto significative per l’economia globale. Nel 2018 si è vista infatti un’ampia divergenza tra l’azionario Usa e gli altri mercati, in particolare in alcune delle regioni più legate alle esportazioni. Finora la Casa Bianca non ha avuto bisogno dell’appoggio del congresso per procedere con la sua politica e con le presidenziali a soli due anni di distanza non crediamo che vi sarà una corsa nel chiedere il supporto dell’organo legislativo".

 

La posta in gioco è alta e un altro equilibrio delicato è quello tra il Presidente e la Banca centrale americana. Su questo Léon Cornelissen, chief economist di Robeco commenta: "La Fed si opporrà aumentando i tassi di interesse, ma farà attenzione a non sembrare troppo aggressiva; il suo ultimo aumento dei tassi ha già fatto innervosire Trump. Naturalmente, per far passare il bilancio, Trump avrà bisogno di una maggioranza alla Camera, ma probabilmente non sarà così difficile trovare un accordo con i Democratici sulla politica fiscale e sulle infrastrutture".

 

Di sicuro c'è che questo spartiacque, sicuramente importante, comunque dovesse rivelarsi non porterà a una recessione degli Stati Uniti. Il Team EMEA Multi Asset di Bmo Global Asset Management analizza che: "In termini di asset class globali, un’inflazione benigna e un’economia mondiale solida creano un contesto favorevole per gli asset rischiosi. L’azionario dovrebbe continuare a registrare buone performance, per quanto limitato dall’aumento dei tassi di interesse e soggetto a momenti di volatilità. L’obbligazionario governativo potrebbe incontrare delle difficoltà a causa del movimento delle banche centrali, guidate dalla Fed, verso una normalizzazione dei tassi e una riduzione dei propri bilanci". 


In questo scenario Jupiter AM mantiene un'esposizione agli asset statunitense: "Nello specifico nel segmento high yield – dove vediamo poco probabile uno scenario recessivo a breve termine. Per quanto riguarda l'equity, le nostre posizioni sono modeste e continuiamo a preferire un approccio strategico in questa parte del portafoglio sebbene stiamo provando a riposizionarci su alcuni titoli azionari, specialmente quelli US" questo il parere di Talib Sheikh, head of strategy, multi-asset.

 

Insomma se la previsione più accreditata si realizzasse nel 2019 i rendimenti decennali USA si aggireranno intorno al 3.2%, il dollaro si deprezzerà e i mercati azionari rimarranno nei parametri, questa l'analisi di Anna Stupnytska, global economist, Fidelity International che conclude: "Nel breve termine, un controllo da parte dei Democratici della Camera è già ampiamente atteso dai mercati anche se le reazioni potrebbero essere influenzate dal margine di vittoria predetta dei Democratici. Un piccolo rialzo (un risultato elettorale dei Democratici superiore alle aspettative) o un piccolo sell-off (un risultato inferiore alle aspettative) potrebbe riflettersi sui titoli del Tesoro statunitensi una volta confermati i risultati elettorali. Per quanto riguarda il mercato azionario statunitense, ci aspettiamo che l’impatto possa essere negativo qualora i Democratici sorprendessero in positivo, mentre sarebbe favorevole per il mercato azionario se invece andasse peggio del previsto. In entrambi i casi, comunque, queste reazioni sarebbero di breve durata".

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?