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Novelli (Lemanik): "Si incrina il dominio del dollaro sull'Asia"

11/7/2018

Da questo momento i cinesi diventeranno un competitor sui mercati globali per attirare risparmio dall’estero così da sostenere il sistema finanziario e l’economia


“L’economia cinese è molto indebitata e ha bisogno di utilizzare parte delle risorse finanziarie attualmente investite in treasuries per sostenere il proprio debito interno. Da questo momento i cinesi diventeranno un competitor sui mercati globali per attirare risparmio dall’estero per sostenere il sistema finanziario e l’economia, un meccanismo che rischia di intaccare il dominio del dollaro sui mercati asiatici”. È l’analisi di Maurizio Novelli, gestore del Lemanik Global Strategy Fund.

 

La narrazione sull'economia statunitense continua a essere estremamente positiva, senza segnali di recessione all’orizzonte. Tuttavia il recente dato pubblicato sul Pil americano non è forte come appare in superficie.  Su questo ancora Novelli: “Non credo che l’attuale forza dell’economia sia un indicatore rassicurante della performance futura. La velocità della contrazione è strettamente correlata alla dimensione del leverage nel sistema. Appena le condizioni finanziarie si fanno restrittive, a causa di una diminuzione della propensione al rischio di chi finanzia il sistema, l’economia inizia a cedere rapidamente. Non sarebbe dunque così sorprendente avere una recessione in meno di un trimestre alla luce del contesto finanziario attuale”.

 

Sul fronte cinese la priorità del Paese sarà quello della stabilizzazione interna. “Se la Cina diventa un importatore di capitali anziché un esportatore, proprio quando la Fed alza i tassi e la Bce si prepara a finire il quantitative easing, prepariamoci a minore liquidità nel sistema. L’attuale forza del dollaro è temporanea perché dipende da una crisi politica in Europa e da un deflusso di capitali dai mercati emergenti”, conclude Novelli. “Questo cambiamento dei flussi di capitale avrà importanti ripercussioni sull’economia mondiale. E’ solo l’inizio di un cambiamento strutturale che posizionerà l’Asia al centro di tali flussi e che sposterà in modo significativo il baricentro finanziario oggi prevalentemente concentrato sull’America”. 

 

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