Ogni nostro gesto, anche il più banale, lascia un segno nella nostra vita, nella vita della nostra famiglia, in quello della comunità in cui viviamo e, non ultimo, nel mondo. Questa consapevolezza è la vera chiave di quella parola oggi tanto usata, e a volte “abusata”, in finanza (e non solo): la sostenibilità. “Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso”. Una delle frasi più celebri di Mahatma Gandhi ben riassume il principio che dovrebbe accompagnare ogni gesto “sostenibile”. Non parliamo di mera filosofia applicabile ai missionari religiosi o ai volontari di una qualunque Onlus, ma di una mentalità che ognuno di noi può - e deve - acquisire per guidare ogni scelta di vita: dall’acquisto di un auto, alla scelta dell’educazione per i propri figli, fino alla selezione degli investimenti da inserire nel proprio portafoglio. È vero, scavare pozzi in uno sperduto villaggio africano ha un impatto sociale evidente che nessuno nega, ma è limitato a livello locale e su un numero ridotto di persone. Cambiare il mondo richiede interventi a più ampio spettro. Le società quotate, ad esempio, possono incidere sulla vita di milioni o anche miliardi, di persone, sia tra i consumatori sia tra i fornitori. Hanno gli strumenti per guidare il cambiamento, le innovazioni e le prassi migliori a livello di filiera. Oggi, ogni piccolo investitore può dare il suo contributo a questo cambiamento destinando i propri risparmi verso queste società quotate. Come? È qui che entra in gioco l’investimento sostenibile. 

La sostenibilità prima di essere un’opportunità, prima di essere una fonte di rendimento è un “dovere”. E se è vero che, come affermava Gandhi “la vera fonte dei diritti è il dovere”, nessuno di noi può più voltarsi dall’altra parte: oggi noi tutti abbiamo il dovere di agire in maniera “sostenibile”. Anche quando offriamo un servizio di consulenza finanziaria. Anche quando investiamo.