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11/15/2018
Il governo ha presentato la lettera di risposta alla Commissione, in cui ha confermato le stime di crescita del Pil (1,5% per il 2019) e l’impegno a non superare il livello del 2,4% in termini di deficit/Pil. La novità più rilevante è l’innalzamento all’1% del Pil (da 0,3%) dell’obiettivo di introiti da privatizzazioni in modo da assicurare un obiettivo di debito/Pil al 126% nel 2021. Il 21 novembre la Commissione esprime il suo parere sulla lettera del ministro Tria e lo sottopone all’Eurogruppo (fino al 3 dicembre) per valutare l’ipotesi di apertura di una procedura di infrazione. L’eventuale parere favorevole andrà sottoposta al voto del Consiglio europeo di gennaio. A quel punto il Consiglio Europeo, in caso di voto favorevole alla procedura, potrebbe concedere all’Italia 3/6 mesi di tempo per varare una manovra correttiva sulla base delle indicazioni che fornirà la Commissione europea. Se al termine di tale periodo di tempo l’Italia non si sarà attivata scatterebbero le sanzioni.
"Occorrerà verificare se la richiesta di procedura sarà sul deficit o sul debito, essendo la seconda (si tratterebbe del primo caso di tal tipo per un paese dell’area, ndr) molto più intrusiva della prima. Il prossimo appuntamento del 21 novembre e successivamente quello del 3 dicembre tende a far permanere lo spread in area 300 punti base" spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte SIM. "Nel frattempo il marcato calo del Pil tedesco del terzo trimestre insieme alla necessità di rendere più graduale il processo di drenaggio della liquidità in vista delle scadenze delle precedenti Tltro soprattutto nel 2020, rende più verosimile l’ipotesi di una nuova operazione Tltro a dicembre o al massimo agli inizi del 2019, nel qual caso lo spread potrebbe temporaneamente ridimensionarsi" prosegue l'esperto.
Secondo Jon Day, gestore reddito fisso di Newton IM (BNY Mellon IM), l'Italia resterà ancora sotto pressione nel breve termine poiché non segnano la fine immediata dell’incertezza politica. "Con la Bce pronta a concludere il proprio programma di quantitative easing alla fine dell’anno, è probabile che le obbligazioni italiane resteranno sotto pressione, con la necessità di trovare nuovi acquirenti. Il governo italiano corre un grande rischio nell’aumentare la propria richiesta di finanziamenti proprio quando la dipendenza dagli investimenti privati sta aumentando. Dal mercato dovranno probabilmente arrivare 30 o 40 miliardi di euro aggiuntivi per soddisfare le esigenze di finanziamento dell’Italia” sottolinea Day.
Più positiva è la view di Nick Wall, co-gestore del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond, secondo cui i titoli di Stato italiani a livello di valutazioni sembrano molto attraenti rispetto a quelli di altre economie periferiche in Europa e ai Bund. "I Btp offrono rendimenti elevati per investitori europei e statunitensi che si proteggono dal rischio valutario. Sono anche molto economici se si considera la loro media, opposta rispetto alle valutazioni storiche, e se il rischio di ridenominazione è sopravvalutato. Alla luce delle emissioni nette negative all’avvicinarsi della fine dell’anno e l’assenza di rischi di downgrade sul breve termine, i bond italiani potrebbero avere buone performance nel corso dei prossimi mesi" dice il gestore. Day, tuttavia, ammette che in un’ottica di più lungo periodo, visti i fondamentali, le performance dovrebbero affievolirsi. "Il governo italiano è pronto a tollerare rendimenti più alti per spingere verso un cambiamento politico a livello europeo, che potrebbe comportare multe, sospensione dei fondi strutturali e rischio di un downgrade a junk, che potrebbe portare a un ampio sell-off".
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