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11/21/2018
"La nostra visione per il dollaro per il 2019 è ribassista. E la forza del dollaro USA nel 2018 è dovuta ad un allungamento senza precedenti dei differenziali dei tassi di interesse tra gli Stati Uniti e il resto del mondo (RdM). In parte, questo ampliamento è stato giustificato dal repricing più elevato delle aspettative di rialzo dei tassi Fed. Allo stesso tempo, è stato innescato dallo stimolo fiscale statunitense (sovraperformance della crescita statunitense) e dalle aspettative di politica monetaria ancora molto favorevoli per tutte le altre grandi banche centrali" questo il parere di Vasileios Gkionakis, PhD Global head of FX strategy Lombard Odier.
Quello che cambierà in vista del prossimo anno sono gli stimoli fiscali destinati a svanire, lasciando così gli Stati Uniti con un notevole problema del doppio deficit ed esponendoli ad un aumento dei premi di rischio statunitensi. Questo potrebbe essere un fattore negativo per il dollaro statunitense.
L'esperto inoltre sottolinea altri due elementi importanti ovvero il mercato del lavoro e la crescita dei salari furi dagli USA che non giustificano le favorevoli aspettative sulla politica monetaria.
Gkionakis inoltre conclude che: "I rischi che prevediamo potrebbero essere rappresentati da: un forte rallentamento dell'economia globale, un'escalation delle controversie commerciali tra Stati Uniti e Cina e/o maggiori contrasti tra Italia e Commissione Europea, nonché dagli effetti di stimolo fiscale degli Stati Uniti più duraturi".
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