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11/29/2018
"Questo mercato toro da record sembra aver esaurito le forze. A ottobre si è verificata una forte inversione di tendenza, con un calo dell'indice di circa il 10%. Il sell-off è stato significativo, ma ancora relativamente modesto se si considerano i recenti rialzi. Tuttavia, molti investitori stanno assistendo a ingenti perdite" il commento di Daniel White, gestore del fondo M&G North American Value, M&G Investments
Alcune delle aziende tecnologiche più amate – come Facebook, Amazon, Apple, Netflix o la capogruppo di Google, Alphabet (a volte chiamate collettivamente FAANGs) – hanno perso molto di più rispetto all'indice complessivo.
A preoccupare gli investitori poi è anche la natura del sell-off, poiché ci si era abituati a un contesto di mercato estremamente calmo. La domanda che tutti si pongono è se la "bolla" tanto attesa sia scoppiata. "La situazione odierna del mercato azionario US è più simile ad un elastico. Un elastico può essere infatti allungato solo fino a un certo punto. E quanto più viene teso, tanto più inevitabile sarà il suo ritorno alla forma originaria" prosegue nell'analisi l'esperto.
I FAANG stanno diventando molto costosi mentre molte azioni value a basso costo come le utility o le società finanziarie sono andate abbastanza bene.
Qual è dunque la prospettiva per il prossimo anno? "In vista del 2019, siamo fiduciosi di trovare opportunità nella maggior parte dei settori e delle industry degli Stati Uniti. Siamo esposti a tutti i principali comparti, comprese ampie posizioni sui settori finanziario, sanitario, tecnologico ed energetico. I FAANG ci sembrano ancora costosi, quindi non li abbiamo in portafoglio (ad eccezione di una piccola posizione su Alphabet). Tuttavia, il settore tecnologico in generale rimane un terreno di caccia ricco, in particolare nello spazio delle società produttrici di hardware e semiconduttori" analizza White.
Nel frattempo il petrolio rimane volatile mentre i fondamentali di base di molti titoli energetici sono migliorati, ciò significa che appaiono più redditizie oggi con un prezzo a circa 60 dollari al barile rispetto al periodo in cui l'oro nero si attestava e superava i 100 dollari.
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