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Lombard Odier IM, 2019: cortocircuito tra mercati e fondamentali

1/9/2019

Proseguiranno volatilità e incertezza a livello commerciale, ecco le strategie da adottare per limitare le conseguenze


Nonostante la costante solidità del quadro generale, la crescita ha subito una moderazione nel corso di quest’anno a causa di fattori temporanei, come i nuovi standard sulle emissioni nell’industria automobilistica (che ha sostanzialmente interessato l’economia tedesca) nonché questioni strutturali, in particolare l’indebolimento della domanda esterna dovuto all’imposizione di dazi doganali sulle importazioni da parte degli Stati Uniti. E' questa l'analisi di Samy Chaar, chief economist Banque Lombard Odier per l'avvio del 2019. La domanda è dunque se sarà possibile sperare in un proseguimento più solido. 

 

Lo scorso anno ha dimostrato che l'aumento dei rendimenti statunitensi non è sempre facile da accettare per i mercati. La volatilità persisterà anche quest'anno se si considera la stretta monetaria negli Stati Uniti, fino al raggiungimento della neutralità e l’avvio di tale stretta in altre regioni, come l’Eurozona.

Secondo l'esperto di Lombard Odier IM in ogni caso persisteranno le tensioni commerciali che avranno la forza di minare la fiducia degli investitori e quindi nuocere ai mercati.

"Tuttavia, sebbene la Cina dovrebbe continuare a risentire delle tensioni commerciali, le misure di allentamento della politica e la passata svalutazione valutaria offriranno una certa stabilità a livello macroeconomico, sia a livello nazionale sia a livello di mercati emergenti in generale. E una delle nostre importanti aspettative per il 2019 è che gli Stati Uniti perderanno parte della loro sovraperformance economica rispetto all’Eurozona" prosegue Chaar. 

 

Dunque la stragia della società è quella di un posizionamento di portafoglio neutrale, ma non avverso al rischio, continui a essere appropriato. "La disciplina di investimento e il rafforzamento della gestione del rischio sono, tuttavia, fondamentali in questa fase del ciclo, con la qualità degli attivi e la liquidità che costituiscono le considerazioni più importanti. Pertanto preferiamo i titoli azionari rispetto ai segmenti a reddito fisso con beta1 elevato, manteniamo disponibilità liquide superiori alla media e stiamo iniziando a ridurre in maniera opportunistica il nostro sottopeso di lunga data sulle obbligazioni sovrane" conclude l'esperto. 

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