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1/9/2019
I dubbi con i quali si apre il 2019 sono gli stessi che hanno attanagliato la fine dello scorso anno. Secondo Olivier De Berranger (nella foto), chief investment officer di La Financière de l’Echiquier sono sempre più evidenti i timori per un rallentamento della crescita cinese rafforzati tra l’altro dalla pubblicazione all’inizio della scorsa settimana di PMI manifatturieri molto deludenti. L’indice ufficiale, e quello dell’agenzia Caixin, sono scesi sotto la soglia dei 50 che fa da spartiacque tra espansione e contrazione delle attività. La delusione provocata da questi dati è stata però in parte controbilanciata dagli annunci della Banca Centrale Cinese che ridurrà le riserve obbligatorie dell’1% (in due tempi) entro fine gennaio. Di fronte al rallentamento della crescita le autorità sembrano quindi decise, attraverso la PBoC, a implementare delle misure di sostegno.
Anche il settore tecnologico è stato investito dalle prime importanti incertezze come ad esempio il crollo di Apple che registra il primo warning in 15 anni sulle vendite. La società della Mela ha in effetti rivisto a ribasso i suoi obiettivi di fatturato per il primo trimestre dell’esercizio 2018/2019.
In conclusione dunque le molte aree di fragilità rimangono di attualità all’inizio dell’anno. "Tuttavia - conclude la sua analisi De Berranger -, la scorsa settimana si è chiusa su una notizia positiva: durante un intervento ad Atlanta venerdì scorso, Jerome Powell ha indicato che, se necessario, la Fed sarebbe disposta a modificare la politica di riduzione della dimensione del suo bilancio. Il mercato aveva sperato in questo annuncio al momento del rialzo dei tassi a dicembre. E’ quindi ipotizzabile una leggera schiarita all’orizzonte?"
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