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Materie prime, aspettando una tregua commerciale

1/9/2019

Il 2019 potrebbe dare avvio alla fase rialzista di questo settore con un ritardo di quasi un anno, ecco perché


Una fase rialzista delle materie prima era prevista già per il 2018 ma questa si è fatta attendere per quasi un anno ma l'inizio del 2019 potrebbe essere il periodo giusto. 

Tra i fattori che hanno concorso alla frenata di questa fase positiva, secondo l'analisi di David Donora, responsabile materie prime di Columbia Threadneedle Investments, è possibile annoverare le guerre commerciali, che hanno pesato enormemente sulle materie prime, in alcuni casi spingendone nettamente al ribasso i prezzi. Soprattutto a pesare è stato lo scontro di portata globale tra Stati Uniti e Cina. Queste tensioni hanno depresso i prezzi dei metalli di base anche a causa del marcato crollo del commercio globale.

 

Ma non solo, "i mercati petroliferi hanno registrato una grande ondata di volatilità dopo che gli Stati Uniti si sono ritirati dall'accordo sul nucleare iraniano e hanno adottato toni molto duri sulle sanzioni e sulla chiusura alle esportazioni iraniane nell'intento di fiaccare il regime. Tuttavia, le deroghe inaspettatamente generose concesse a otto delle maggiori nazioni importatrici di petrolio iraniano hanno fatto crescere esponenzialmente gli acquisti e compresso in parte le importazioni di Brent e WTI" spiega l'esperto di Columbia Threadneedle Investments. È probabile dunque che le quotazioni del greggio rimarranno basse fino a che il ribilanciamento non comincerà a intaccare le riserve. Più a lungo termine, siamo ottimisti sui prezzi del petrolio.

 

Un dato da evidenziare è quello di fine novembre, il Bloomberg Commodity Index aveva perso il 6% su base annua. Si tratta di un risultato tutt'altro che sorprendente secondo David Donora, visto che, in aggiunta agli effetti della guerra commerciale, il dollaro più forte e l'aumento dei tassi d'interesse statunitensi hanno esercitato ulteriori pressioni al ribasso sui prezzi delle materie prime. La solidità del dollaro nella seconda metà del 2018 ha inciso negativamente perché ha attutito la crescita in alcuni mercati emergenti, da cui proviene tendenzialmente il maggiore aumento della domanda di materie prime.

 

L'esperto conclude sottolineando che le materie prime hanno un andamento ciclico. "Hanno attraversato una fase ribassista e rimbalzato per qualche anno dal punto minimo, pertanto l'inizio della prossima fase rialzista è solo una questione di tempo. La sfida per gli investitori è restare pazienti fino a che non emergeranno chiari segnali di tale avvio, come ad esempio la rigidità delle scorte di materie prime sottostanti, un'attività economica reale sostenibile, un dollaro USA stabile o in calo, una significativa crescita salariale e il rialzo dei tassi d'interesse" conclude Donora. Le guerre commerciali e altri fattori negativi hanno solo ritardato l'inevitabile. 

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