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1/10/2019
"Nel 2018, la volatilità è tornata ad essere al centro dell’attenzione. Sia a febbraio che nel terzo trimestre, l’indice che misura la volatilità globale (VIX) ha raggiunto livelli mai visti da più di cinque anni. Siamo lontani dai tempi in cui il bull market era supportato da abbondanti, consistenti e visibili flussi di liquidità, da crescenti valutazioni e bassissima volatilità" analizza Franz Weis, gestore del fondo Comgest Growth Europe di Comgest.
A complicare questo scenario anche la politica che si è resa protagonista in negativo con le tensioni commerciali e instabilità in Europa.
Secondo l'esperto di Comgest "le agitazioni del mercato si riflettono anche sul timore degli investitori che l’economia statunitense abbia raggiunto il picco della crescita e che una possibile recessione sia in arrivo a seguito della reflazione fiscale e monetaria senza precedenti degli ultimi anni. Dopo l’eccellente 2017 guidato da una ripresa globale sincronizzata, l’Europa è ricaduta nel suo percorso abituale di crescita ridotta".
Weis ritiene che la forte volatilità del 2018 ha innescato una forte rotazione settoriale, dai titoli ad alto rischio e ciclici a quelli più difensivi. I titoli growth hanno beneficiato dell’umore positivo della prima parte dell’anno per poi essere soggetti a una forte svendita a favore di titoli più difensivi, con il ritorno dell’avversione al rischio a seguito dell’aumento dei rendimenti obbligazionari USA e del deterioramento delle prospettive per l’economia globale.
In sinstesi "le tensioni commerciali, il rallentamento dell’economia cinese, la fine dello stimolo fiscale per l’economia USA e una diminuzione della fiducia delle imprese e dei consumatori in Europa hanno portato a valutazioni più interessanti per l’azionario del Vecchio Continente. Dopo la stagione degli utili sottotono nel terzo trimestre e la recente debolezza degli indicatori economici, si sono iniziate a rivedere a ribasso le previsioni relative agli utili delle società europee, ora al di sotto del 10% per quanto riguarda il 2018. Anche le stime per il 2019 sono state sensibilmente riviste verso il basso".
In sostanza quindi la situazione finanziaria delle società e dei consumatori europei è solida. Un restringimento significativo della politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea appare improbabile, come improbabile appare un aumento dei rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza che porterebbero alla diminuzione dell’attrattività dell’azionario europeo. Tuttavia, considerate le molte nuvole all’orizzonte, è probabile che i mercati continueranno ad essere volatili.
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