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GAM: gli eventi chiave del 2019 nell’estremo Oriente

1/11/2019

MSCI intende aumentare la ponderazione delle azioni A cinesi e il Giappone spinge per un aumento dell’IVA nel 2019


In un orizzonte temporale di 50 anni è probabile che la ponderazione dei mercati emergenti nell'indice MSCI sia allineata a quella dei paesi sviluppati in tutti gli inidici globali, questo dato riflette il miglioramento dello status economico attribuito a questi paesi (che rappresentano oltre il 50% del PIl globale e l'80% dell'output).

Qual è però il motivo di tale cambiamento? Secondo l'analisi di  Tim Love, responsabile strategie azionarie Paesi Emergenti di GAM Investments questo dato è fortemente condizionato da fattori ESG ovvero dal fatto che i mercati emergenti scarseggiano ancora di corporate governance. Eppure si tratta essenzialmente di un’anomalia pluridecennale che, secondo gli esperti di GAM Investments rappresenta un’importante distorsione ma che sembra destinata ad affievolirsi sempre più.

"Storicamente l’MSCI China è legato solamente a Hong Kong e attualmente non attribuisce una grande importanza alle azioni A della Cina continentale, malgrado il fatto che questi titoli superino per capitalizzazione di mercato quelli dell’intera Europa. MSCI ha annunciato di voler aumentare l’esposizione alle azioni A cinesi in tutti i suoi indici il prossimo anno, facendo seguito alla prima fase di implementazione di una ponderazione del 5% rivelatasi particolarmente promettente" spiega Love. 

 

"A nostro avviso, le azioni dei mercati emergenti offrono oggi un’allettante opportunità: sono poco ricercate, sottovalutate e hanno rating bassi. Il profilo di rischio/rendimento relativo dei mercati emergenti rispetto a quelli sviluppati è favorevole in virtù dei buoni rendimenti offerti da questi paesi, rettificati a livello valutario. Le loro valutazioni azionarie, inoltre, hanno subito forti ribassi in termini di rating da inizio anno e sono ben al di sotto di quelle dello S&P 500 da una prospettiva corrente e storica. La maggior parte di questi paesi rientra nel segmento investment grade e ha un outlook positivo o neutrale" prosegue l'esperto. 

 

Guardando invece al Giappone, spiega Reiko Mito, responsabile strategie azionarie di GAM Investments per il Giappone, l'intenzione di aumentare l'aliquota IVA del Giappone dall'8% al 10% nell'ottobre 2019 che potrebbe ostacolare gli acquisiti.

"Questa volta noi siamo più ottimisti perché il governo ha annunciato un programma fiscale che dovrebbe stimolare l’economia nazionale dopo l’aumento tributario del prossimo anno. Il piano prevede crediti d’imposta per l’acquisto di automobili e abitazioni, nonché aliquote ridotte sui generi alimentari e sconti su determinati acquisti cashless. Di conseguenza, riteniamo che l’impatto complessivo del secondo incremento fiscale sulla fiducia dei consumatori sarà trascurabile rispetto a quello del 2014" afferma Mito.

 

 

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