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AllianzGI, 2019: tornano vecchie conoscenze

1/15/2019

Geopolitica, politica monetaria e congiuntura globale, queste i tre fattori da tenere d'occhio nei prossimi mesi


"Nel 2019 avremo ancora a che fare con tre vecchie conoscenze: geopolitica, politica monetaria e congiuntura globale. I primi giorni di scambi ce lo hanno già confermato" afferma Hans-Jörg Naumer, global head of capital markets & thematic research di AllianzGI. 

Il contesto geopolitico resta sicuramente una fonte di incertezza. La Brexit si avvicina, il bilancio italiano continua a preoccupare, il conflitto commerciale sta per entrare in una nuova fase... con ogni probabilità i mercati azionari rimarranno volatili. In termini congiunturali "ci troviamo nella fase avanzata del ciclo, in presenza di un’inflazione core tendente al rialzo. Insieme ai segnali di generale indebolimento dell’economia si osservano differenze a livello di area geografica. L’economia USA si conferma il motore della crescita mondiale, considerando la piena occupazione e le conseguenti pressioni salariali, mentre l’espansione del Giappone è complessivamente insignificante e nell’Eurozona la ripresa sta perdendo slancio" prosegue l'analista.

La Fed dovrebbe continuare ad alzare i tassi di interesse, probabilmente in modo più regolare di quanto previsto dal mercato monetario, che ormai per il nuovo anno sembra non scontare alcun inasprimento. Quanto alla BCE, ci si aspetta un primo rialzo dei tassi. Una simile mossa proverebbe che l’istituto è sufficientemente positivo da proseguire nel percorso di uscita dalla “modalità crisi”. Al contrario, la BoJ dovrebbe mantenere la linea attendista.

Secondo Naumer dunque: "Sembra che ci stiamo dirigendo verso un’altra fase di incertezza sui mercati azionari, e sarà importante continuare ad affidarsi alla gestione attiva. Una buona notizia comunque è che, dopo la correzione delle quotazioni, le valutazioni azionarie sono migliorate. Del resto, che affrontare le incertezze sui mercati azionari non paghi (come nel 2018), è più un’eccezione che la regola. Prendiamo ad esempio l’indice S&P 500: dal 1826 il mercato USA ha registrato 137 anni di performance positive e 58 di performance negative. Quanto al mercato azionario tedesco, lo storico del DAX dal 1955 mostra rendimenti positivi in 44 anni su 64. Naturalmente la performance passata non è garanzia dei risultati futuri, ma la storia conferma quello che insegnano i libri: chi non ha il coraggio di rischiare non ottiene premi per il rischio, o, in altre parole, non beneficia degli extra rendimenti rispetto agli investimenti risk-free".

 

In conclusione il contesto geopolitico alimenterà sicuramente l’incertezza, ma l’andamento economico dovrebbe continuare a sostenere i mercati, anche se con minore forza.

Nel complesso, i tassi di interesse ancora bassi supportano le azioni. Tuttavia, la liquidità ancora abbondante non offre protezione da battute d’arresto in risposta a inflazione elevata, improvvisi rialzi dei tassi, valutazioni onerose, crisi finanziarie o timori per la crescita globale, come ci ricorda il passato. Affinché la politica monetaria USA possa essere considerata neutrale, occorrono ancora 2 o 3 rialzi della Fed da 25 punti base.

Tutto considerato, secondo l'esperto di AllianzGI, sembrerebbe opportuno iniziare il nuovo anno con un posizionamento difensivo e un sottopeso.

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