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1/18/2019
"A prescindere dall’opinione personale, andando oltre la retorica che lo circonda, in Donald Trump troviamo un presidente sagace che comprende i propri elettori e prevale nonostante uno stretto consenso. Grazie a un ampio e persistente deficit commerciale e a uno stile aggressivo, è possibile che Trump abbia successo nel far aderire la Cina a un accordo favorevole agli Stati Uniti" Sébastien Galy, senior macro strategist di Nordea Asset Management.
Secondo l'esperto infatti "le attuali controversie che causano lo shutdown del governo americano d’altronde danno una buona prospettiva di ciò che vedremo tra Washington e Pechino. E’ probabile che le trattative in suolo domestico durino almeno per un mese, prima che lo stallo economico diventi un problema per la base repubblicana del presidente Usa. L’economia sta uscendo danneggiata dal processo, ma alla fine Trump otterrà in parte ciò che chiede, dato che la maggioranza degli impiegati governativi è di fede democratica. Allo stesso modo, non è improbabile che si arrivi a un accordo con la Cina intorno a settembre, in tempo perché questo abbia un impatto sul dibattito intorno alle primarie repubblicane".
Un accordo che arrivi in ritardo ha un impatto sull'asset allocation a favore dell’azionario e obbligazionario dei mercati emergenti, così come a beneficio dell’azionario europeo e statunitense data la loro esposizione, a partire dal primo trimestre 2019. "Ciò dovrebbe essere innescato da due eventi: la presa di consapevolezza che l’accordo con la Cina è virtualmente una certezza e la fine delle reazioni del mercato alle notizie negative provenienti da Pechino. Mentre gli investitori professionali realizzano che i dati ufficiali si allineano agli eventi nel tempo, il segmento retail ne è colto di sorpresa. In più, la Cina è probabile diventi la giustificazione per utili sotto le attese, così come lo sono stati temi precedenti come l’inadeguata copertura valutaria. Detto ciò, gli utili bottom up probabilmente mostreranno l’impatto della Cina e l’aumento dei costi dell’input. Fino a quel momento, ovvero fino a che non si raggiungerà la consapevolezza dell’impatto della Cina, rimaniamo in un contesto complesso, con mercati azionari volatili e performance inferiori alla media" conclude Galy.
Norde AM rimane quindi positiva sui titoli azionari a bassa volatilità, così come sugli investimenti sui premi di rischio o sulle strategie long/short. Nel mercato obbligazionario, con la preferenza per i mercati emergenti ed Europa rispetto all’alto rendimento statunitense. Il debito europeo è interessante per gli investitori Usa.
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